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Qualche esempio:
1) Il gattopardo - Giuseppe Tomasi di Lampedusa dattiloscritto inviato a Feltrinelli
nel '57,
respinto dalle case editrici, pubblicato da Feltrinelli sono l'anno dopo (edizione sbagliata
perche negli ultimi mesi di vita aveva rivisto la sua opera)
2) Le confessioni di un italiano Nievo pubblicato 6 anni dopo la sua morte,
modificato
arbitrariamente dai suoi curatori, a partire dal titolo (confessioni di un ottuagenario)
3) Il principe Machiavelli pubblicata 5 anni dopo la morte dell'autore, titolo
cambiato (era
de principatibus), via toscanismi
Altro problemi per la pubblicazione postuma sono di carattere legale o etico
(proprieta dei diritti
d'autore/ volonta del defunto es. Eneide: volonta di Virgilio era che fosse bruciata, ma
conservata e
diffusa dall'amico Vario per volonta di Augusto / es. Zibaldone: entro in possesso di
Antonio Ranieri
che non volle pubblicarlo)
Altro caso ostico:
Opere incompiute: ricche di frasi incomplete e contraddizioni o brani paralleli sui
quali l'autore si
riservava successivamente di decidere.
Esempio:
1) Petrolio Pasolini: abbiamo il dattiloscritto originale pieno di annotazioni a margine,
spesso
illeggibili pubblicato proprio cosi
Diverse edizioni: es. Promessi Sposi (ventisettana, quarantana) Orlando Furioso
(tre edizioni nel
'500 personalmente curate da Ariosto). Un'opera letteraria di solito non nasce gia adulta
deve
subire diverse revisioni, aggiustamenti dal suo autore. La critica deve comprendere i
rapporti fra i
vari testi.
Critica testuale necessaria:
1) dove non c'e piu originale
2) dove ci sono piu originali
3) dove c'e originale, ma opera e stata pubblicata da curatore e non da autore
Ambiti di applicazione:
1) tutte le opere prima dell'invenzione della stampa
2) opere dopo stampa, ma pubblicate da curatore
3) varie copie diverse
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Qualche esempio:

  1. Il gattopardo - Giuseppe Tomasi di Lampedusa → dattiloscritto inviato a Feltrinelli nel '57, respinto dalle case editrici, pubblicato da Feltrinelli sono l'anno dopo (edizione sbagliata perche negli ultimi mesi di vita aveva rivisto la sua opera)
  2. Le confessioni di un italiano – Nievo → pubblicato 6 anni dopo la sua morte, modificato arbitrariamente dai suoi curatori, a partire dal titolo (confessioni di un ottuagenario)
  3. Il principe – Machiavelli → pubblicata 5 anni dopo la morte dell'autore, titolo cambiato (era de principatibus), via toscanismi

Altro problemi per la pubblicazione postuma sono di carattere legale o etico

(proprieta dei diritti d'autore/ volonta del defunto es. Eneide: volonta di Virgilio era che fosse bruciata, ma conservata e diffusa dall'amico Vario per volonta di Augusto / es. Zibaldone: entro in possesso di Antonio Ranieri che non volle pubblicarlo) Altro caso ostico:

Opere incompiute : ricche di frasi incomplete e contraddizioni o brani paralleli sui

quali l'autore si riservava successivamente di decidere. Esempio:

  1. Petrolio – Pasolini: abbiamo il dattiloscritto originale pieno di annotazioni a margine, spesso illeggibili → pubblicato proprio cosi

Diverse edizioni : es. Promessi Sposi (ventisettana, quarantana) – Orlando Furioso

(tre edizioni nel '500 personalmente curate da Ariosto). Un'opera letteraria di solito non nasce gia adulta → deve subire diverse revisioni, aggiustamenti dal suo autore. La critica deve comprendere i rapporti fra i vari testi.

Critica testuale necessaria:

1) dove non c'e piu originale

2) dove ci sono piu originali

3) dove c'e originale, ma opera e stata pubblicata da curatore e non da autore

Ambiti di applicazione:

1) tutte le opere prima dell'invenzione della stampa

2) opere dopo stampa, ma pubblicate da curatore

3) varie copie diverse

Altro problema: recuperare il materiale es. epistolario → editore deve riordinare il

materiale e darlo

alle stampe. Prima bisogna verificarne pero l'autenticita. Es. Francesco Guicciardini

(epistolario pubblicato), Epistulae di Cicerone, quelle di Plinio il Giovane, le familiares di Petrarca.

1.2 EDIZIONE CRITICA

La conclusione delle critica testuale e l'edizione critica = testo ufficiale e affidabile

→ puo consistere nella riproduzione dell'originale o in un'ipotesi di ricostruzione oppure nella pubblicazione comparativa di due testi che possono essere considerati entrambi l'originale.

Editore critico = studioso che prepara un'edizione critica → Casa editrice = ente

che materialmente pubblica e diffonde il libro

Curatore = cura la pubblicazione di un volume non direttamente scritto da lui (es. chi

pubblica una raccolta di saggi di autori vari) A chi e indirizzata solitamente un'edizione critica? Agli studiosi. Una qualsiasi edizione commentata della divina commedia riproduce una certa edizione critica utilizzata come testo di base per il commento. Delle opere piu importanti esistono varie edizioni critiche, talvolta anche notevolmente diverse fra di loro (per i classici greci e latini ne esistono una decina). Per i testi che vanno ricostruiti non esistono edizioni critiche definitive.

1.3 LA CRITICA TESTUALE E LE ALTRE DISCIPLINE

N.B La critica testuale e considerata uno dei campi di studio piu tipici della

filologia → fino a

diventare infatti sinonimi. La filologia e piu generica: vuole comprendere i testi

letterari e abbraccia un campo piu vasto di argomenti. La critica testuale serve per arrivare a possedere un testo nella forma piu corretta possibile, quindi e in qualche modo propedeutica alla filologia (prima cerchi di avere un testo corretto, poi ti metti a comprenderlo). Ce ne sono tante di filologie specialistiche (germanica, romanza, umanistica, classica, moderna). Poi, per una corretta analisi testuale, devi conoscere il contesto nel quale l'opera e nata, data e luogo di produzione, la storia successiva

dell'opera. Quindi la critica si avvale anche degli studi di paleografia (studia storia e

evoluzione

della scrittura), papirologia (studia i materiali su cui sono conservati i testi piu

antichi), codicologia

metodo lachmaniano (dal nome di uno degli studiosi che ci lavoro) → ma sarebbe

meglio

chiamarlo metodo stemmatico: la critica ora diventa disciplina scientifica con

obbiettivi e modalita di lavoro. Metodo pero che ha un campo di applicazione preciso. Nel '900 si e passati da una linea che lasciava largo intervento all'editore sul testo a una linea piu conservativa che rispetta maggiormente il testo, anche a costo di lasciare contraddizioni.

CAPITOLO SECONDO: L'ORIGINALE NON CONSERVATO

2.1 TRADIZIONE E TRASMISSIONE

Tradizione = complesso di documenti che riportano un determinato testo o una parte

di esso → e il processo attraverso il quale l'opera e giunta fino a noi (dal momento della sua stesura attraverso le copiature). Impossibile calcolare il numero di esemplari d un'opera andati perduti nel corso del

tempo. Le opere classiche andarono incontro a una dura selezione negli ultimi

secoli dell'antichita e nel medioevo → fase piu critica: crisi impero romano (III d.C) → culmine nel VI-VIII sec. → ci sono arrivate solo il 10% delle opere greche. In che modo avvenne la selezione? I

programmi

scolastici privilegiarono alcune opere rispetto ad altre; il cristianesimo ; il

cambiamento del

supporto di scrittura → nel passaggio dal papiro alla pergamena non vennero

ritrascritti tutti i

testi, ma solo quelli piu utili → questo segno la loro condanna. Es. Eneide

nell'antichita era scritta su 12 rotoli → nel passaggio venne ricopiata in 12 libri. (Sui rotoli continuarono a essere trascritti autori pagani, mentre quella del codice divento la forma tipica del libro cristiano. I papiri che si deterioravano facilmente, andarono progressivamente distrutti. Caso piu celebre,

Menandro ,

scrittore greco di commedie, le cui opere si consideravano quasi completamente perdute fino alla

seconda meta dell'800 → poi ritrovamenti, intera opera “Duskolos”). Ulteriore

forte selezione

della letteratura avvenne nei primi secoli del medioevo con i palinsesti = in un'eta

di ristrettezze economiche, molti testi giudicati di scarso interesse vennero cancellati per riutilizzare di nuovo la

pergamena su cui essi erano stati trascritti O.o → raschiavano la superficie della pagina. (Oggi, grazie all'impiego di particolari strumenti ottici, molte di queste “scritture inferiori” sono ancora leggibili.) → molte opere della letteratura classica sono giunte fino a noi proprio solo attraverso

palinsesti. Es. De republica di Cicerone, Epistulae di Frontone. Fase critica di

selezione fini interno

al IX sec. Molte opere furono poi perse fra '400 e '500 → es. Liber di Catullo, De

viris inlustribus

di Cornelio Nepote, il codice Martini, il piu antico della Divina Commedia, oggi non

c'e piu. Fino

al XVIII sec. Anche la conservazione delle biblioteche fu precaria → nessuna delle

grandi biblioteche dell'antichita e giunta fino a noi. Quella di Alessandria ando impoverendosi e venne piu volte saccheggiata nel medioevo; solo San Gallo, in Svizzera, ha mantenuto il suo patrimonio

librario. Es. Elegie di Tibullo si sono coservate solo in un manoscritto; Storie di Tito

Livio ci e rimasto 1/3 dell'opera; la produzione di Ennio invece e andata tutta perduta (possiamo ricostruire

qualcosa grazie alla tradizione indiretta; secondo libro Poetica di Aristotele andato

peduto etc. Delle opere invece che si sono conservate i testimoni sono abbastanza recenti. Es. l'unico manoscritto che abbiamo di Tacito risale a un millennio dopo la stesura.

  • Tradizione diretta = tutti i manoscritti e le edizioni a stampa precedenti le prime

edizioni critiche;

  • Tradizione indiretta = citazioni, riassunti, estratti, traduzioni, riprese parodiche

che si trovano in altri testi;

La trasmissione di un testo e un processo che si svolge nel tempo.

Esempio clamoroso di evoluzione: Vulgata di Girolamo → Papa Sisto V fa preparare

un'edizione nel 1558, assai discutibile dal punto di vista filologico, modificando arbitrariamente parti di testo per eliminare le contraddizioni ed evitare posizioni equivoche dal punto di vista dottrinale. Pochi anni dopo, il suo successore Clemente VIII fece ritirare questa Bibbia e ne stampo un'altra edizione,

piu vicina all'originale → vulgata sisto-clementina : per 3 secoli la Bibbia ufficiale

Acta Galloni sconosciuti fino al 1996; ritrovamenti di sermoni sconosciuti di S.

Agostino intorno al

2.4 COLLATIO

= e il confronto ( collatio = da confero) di ciascun testimone con gli altri per rilevarne

le differenze.

Si prende un testo-base come modello e si confrontano tutti i testimoni con questo

registrando tutte le lezioni nelle quali il singolo testimone diverge dal testo-base. In base a cosa si sceglie il testobase?

Non c'e una regola generale, se non quella della comodita : si prende l'esemplare che

permette all'editore di lavorare meglio. Vanno evitati testimoni parziali che costringano a meta del lavoro a

cambiare esemplare. Ma qua'e il problema del testo-base? E' psicologico → se si

tratta di un'opera inedita l'editore sara inevitabilmente portato a pensare che il suo testo-base sia per qualche ragione il piu importante; se invece si tratta di un'opera gia pubblicata e il testo base e un'edizione precedente sara portato a pensare che si sbagli piu di quanto effettivamente non faccia.

2.5 RECENSIO E COSTITUTIO TESTIS

METODO LACHMANIANO o METODO STEMMATICO

OBBIETTIVO : ridurre al minimo la scelta soggettiva dell'editore nella ricostruzione del

testo PRINCIPIO CHIAVE: il valore di un una lezione tramandata da un testimone dipende dal

valore del testimone che la riporta La critica testuale viene divisa in DUE FASI:

1) RECENSIO = valuta il valore dei testimoni e individua i rapporti reciproci

Divisa a sua volta in: 1) SELECTIO

  1. EMENDATIO

2) CONSITUTIO TEXTUS = formula un'ipotesi conforme a cio che era l'originale

Finita la recensio, inizia la constitutio testis. Esempio: abbiamo 5 testimoni manoscritti A,B,C,D,E. Nessuno e autografo, quindi l'originale O va ricostruito. Si analizzano i rapporti tra i testimoni e si vede che tutti derivano direttamente dall'originale e se ne differenziano perche ognuno ha introdotto un'innovazione. ALTRO PRINCIPIO: il valore del singolo testimone e l'affidabilita della sua

testimonianza si determinano in base ai rapporti che questo testimone ha con gli altri testimoni dell'opera.

I rapporti vengono rappresentati in uno STEMMA CODICUM = albero genealogico

dei manoscritti → e un albero capovolto, con la radice in alto e le ramificazioni in basso → tali ramificazioni sono costituite da linee verticali e divergenti in caso di trasmissione normale, da linee orizzontali e convergenti in caso di contaminazione. Stabiliti i rapporti ora si potra valutare il valore dei testimoni e delle lezioni in essi riportate. ESEMPIO: investimento di un pedone. Due persone assistono, ma solo una delle due rintracciabile → ma questo aveva raccontato l'accaduto a 5 persone. Il giudice cerca i testimoni quindi: ne trova 6; 1 diretto e 5 indiretti. Se uno di questi 5 dice che la macchina era rossa e tutti gli altri 4 + il testimone diretto che era bianca, allora questo sbaglia; ma se tutti e 5 gli indiretti dicono era rossa, contro quello diretto che dice che era bianca, allora la loro testimonianza vale come quella del testimone diretto.

2.6 RECENSIO

2.6.1 Stemma storico e stemma ricostruibile

  • Stemma storico = e lo stemma reale, rappresenta come la trasmissione di un'opera

e realmente avvenuta. Es abbiamo 26 manoscritti e conosciamo le loro relazioni → O e l'originale. Se O invece e perduto, confrontiamo i manoscritti A,B,C e se sono uguali abbiamo ricostruito l'originale; quando uno dei due diverge allora la lezione di O corrisponde agli altri due.

  • Stemma ricostruibile = nella ricostruzione ci sono due problemi:
  1. pochi testimoni
  2. relazioni fra testimoni non sono chiare

2.6.2 Ricostruzione dello stemma: ERRORI-GUIDA → componente essenziale

del metodo stemmatico. PRINCIPIO: la parentela fra due testimoni non e indicata dalla coincidenza in lezioni

esatte, ma dalla loro coincidenza in lezioni erronee → quindi due manoscritti sono

parenti se entrambi presentano lezioni erronee → in questo senso sono gli errori che guidano a delineare i rapporti di parentela. Quindi... NOVITA' METODO STEMMATICO: si individuano relazioni fra testimoni solo in

base alla presenza in essi di innovazioni comuni e non in base alla comunanza di

lezioni esatte, cioe come sono presenti nell'originale. Se un copista B commette un errore, come il salto di una riga in un testo, tutti i copisti successivi che utilizzeranno quella copia riporteranno il medesimo errore. Non tutte le modifiche sono veri e propri errori → alcune modifiche sono volontarie: spiegazione di

una parola difficile, commenti → non sempre errore, ma innovazione

Come si costruisce lo stemma?

  • Inversione di due parti di testo

2) volontarie

  • Riduzione = eliminazione di parti inutili o dannose
  • Amplificazione = glosse, commenti, citazioni, esempi
  • Rielaborazione stilistica = sostituire una parte di testo con un'altra

stilisticamente diversa

  • Ipercorrettismo = credere che una forma sia scorretta, quando in realta non

lo e

  • Sostituzione di un contenuto

3) forzose → che il copista non ha potuto evitare per via dei guasti materiali

all'antigrafo

2.6.5 Eliminatio codicum descriptorum e eliminatio letionum singularium

Descriptus = testimone che deriva esclusivamente da un altro testimone conservato

→ non si

considerano ai fini della ricostruzione dell'originale → operazione chiamata eliminatio

codicum

descriptorum. In base a cosa si decide che un testimone e un

descriptus? Secondo Paul Maas,

avendo un codice y e uno z, per dire che z e un descriptus di y bastera che z abbia tutte le

innovazioni che ci sono in y, piu alcune proprie → e una dimotrazione in negativo

pero → perche

non si basa sulla presenza di elementi, ma sull' assenza di prove che la situazione

sia diversa. Es.

di codices descripti: 40 testimoni dell'opera del greco Arriano → tutti presentano una vasta lacuna, che cade fra un foglio e quello successivo e si capisce dal manoscritto dove si vede proprio fisicamente che un foglio si e staccato → la perdita del foglio e la causa della lacuna in tutti gli altri testimoni. (Chiesa domanda: ma come riconosciamo un descriptus? Abbiamo l'originale che porta i segni della pagina perduta, della riga saltata etc. e abbiamo i descripti → quindi possiamo eliminarli tutti).

Varianti adiafore = concorrrenti, ugualmente plausibili

Eliminatio letionum singularium = questo procedimento permette, quindi, di

eliminare le lezioni che si trovano in singoli rami dei “piani bassi” → lo stemma permette di eliminare le lezioni che

sono innovazioni → si basa sul principio di economia e sul calcolo delle

probabilita: l'ipotesi piu

probabile e anche quella piu economica e meno costosa.

2.6.6 Archetipo e subarchetipo

Archetipo = in presenza di un testimone che riporta un'innovazione che non si

ammette in nessun modo essere stata presente in O, allora si ritiene che esista un archetipo → scritto anche molti secoli dopo → ci sono tradizioni con archetipo e senza archetipo → determinare la sua esisteva e un'operazione molto difficile. Per la tradizione classica si postula che un archetipo debba

necessariamente essere esistito → perche? Perche per varie ragioni (selezione

letteratura, passaggio da papiro → a pergamena e da rotolo → a codice) si dev'essere verificata una

strozzatura che ha

permesso la sopravvivenza di un solo manoscritto → da questo avrebbe avuto

origine tutta la tradizione successiva. Oggi si pensa che mancando una prova che vi fosse l'archetipo, si conclude

che probabilmente non c'era. Es. Lachman con opportuni studi concluse che il de

rerum natura di

Lucrezio aveva un archetipo

Subarchetipo = i primi discendenti dell'archetipo si chiamano subarchetipi

2.7 CONSITUTIO TEXTUS

2.7.1 Selectio: tradizioni bipartite e multipartite

SELECTIO = selezione fra le varianti concorrenti.

  • Tradizione multipartita = se i subarchetipi sono 3 o piu di 3 → procede in modo

automatico → si usa il criterio della maggioranza numerica: se due concordano e il terzo diverge, allora la lezione originaria e quella dei primi due (se fosse quella del terzo si dovrebbe supporre che si sia sviluppata la medesima innovazione in tutti e due ma in modo indipendente);

  • Tradizione bipartita = se i subarchetipi sono due → non procede in modo

automatico →

perche se da O si dipartono α e β che hanno varianti concorrenti, sara l'editore a dover

stabilire quale di esse puo essere l'originale e quale no; di fronte comunque a varianti che sembrano entrambe accettabili (varianti adiafore) la scelta sara piu difficile → si useranno allora i criteri: lectio difficilior, usus scribendi, loci paralleli

copista colto) e di un subarchetipo β (opera di un copista ignorante) e molto probabile che l'innovazione sia quella di α perche questo copista e molto piu incline a modificare il testo per migliorarlo, quindi β e originale.

Si determina quale con piu probabilita e l'originario anche su base statistica.

2.7.2 EMENDATIO

= parte piu affascinante della critica testuale ed e la piu creativa; e la correzione del testo mediante congettura → una buona congettura e quella che consente di migliorare decisamente il testo, specie nel senso, adeguandosi perfettamente allo stile e alla lingua dell'autore → per effettuare buone congetture e necessario conoscere bene l'autore, la lingua, la materia trattata e il contesto culturale. La critica testuale nasce come emendatio fin dall'antichita → di fronte a un testo insostenibile, studiosi ed eruditi avevano cercato di avanzare emendamenti o con proprie congetture (emendatio ope ingenii) o con l'impiego di altri testimoni (emendatio oper codicum → che presuppone la presenza di un codex optimus). Oggi si considera solo quella ope ingenii.

Quando esattamente va praticata? Esistono scuole di pensiero diverse. I

conservatori rifiutano ogni congettura quando non sia necessaria perche, emendando troppo, si corre il rischio di correggere l'autore e di produrre un testo migliore a quello che egli aveva effettivamente scritto; c'e chi invece ritiene che siano legittimi anche congetture migliorative su passi non insostenibili.

Crux disperationis = c'e chi ritiene che in mancanza di una congettura effetivamente

migliorativa sia consigliabile sempre porre una crux e chi invece ritiene che, quando possibile, una risposta vada sempre formulata, anche se debole perche provoca una discussione e una conseguente successiva migliore comprensione del passo.

2.8 CASI PARTICOLARI DI DOCUMENTAZIONE

2.8.1 Tradizioni a testimone unico → la recensio in questo caso e annullata. A

meno che non si tratti dell'originale stesso, il testimone in causa e l'unico archetipo dell'opera. Giorgio Pasquali disse che una tradizione ricca e una tradizione migliore. Due casi limite di Liutprando da Cremona:

1) Homelia Pascalis: conservata in un solo manoscritto con qualche piccola

correzione inserita da Liutprando stesso → e l'originale

2) Relatio de legatione costantinopolitana: l'unica edizione conservata e l'editio

princeps

2.8.2 Tradizioni sovrabbondanti → dovra essere stilata una lista il piu possibile

completa dei testimoni, per ognuno indicando data, luogo d'origine e storia. E' probabile che testimoni di uno stesso scriptorium derivino da un progenitore

comune. C'e una certa tendenza a trascurare i testimoni piu recenti ( recentiores ). Gli

umanisti andarono alla ricerca di testimoni, pubblicizzavano le loro scoperte, effettuavano delle copie e da esse ebbe origine una particolare discendenza → il caso di tradizioni con una massa scoraggiante di testimoni recenti e abbastanza frequente.

Es. leggenda aurea di Iacopo da Varazze: 1000 testimoni integri o parziali. Si sono

individuati circa 40 testimoni piu antichi

2.8.3 Tradizione indiretta → tutti i documenti che riprendono parti piu o meno

ampie di un'opera → il caso piu tipico e la citazione. La tradizione indiretta puo

recare importanti contributi alla ricostruzione testuale → ma il rischio di modificare il testo originario in questi casi e molto alto → una citazione ad esempio puo essere

stata fatta a memoria e quindi non rispecchiare esattamente il testo di riferimento → quindi va maneggiata con piu attenzione. Infine questa tradizione offre importanti informazioni sul successo che un'opera ha avuto.

2.8.4 Declassamento e riqualificazione dei testimoni

I descripti costituiscono un buon esempio: a volte sono inutili ai fini della

ricostruzione (quindi sono declassati), a volte, invece, sono indispensabili per alcune parti di testo che nel suo progenitore sono illeggibili o mancanti

2.9 I LIMITI DEL METODO STEMMATICO

PREGI

L'obbiettivo del metodo stemmatico e ridurre al minimo l'arbitrio dell'editore → e ovvio pero che l'editore e sempre presente fin dalla costruzione dello stemma perche: e lui a valutare quali fra le varianti siano innovazioni, e lui a decidere, con la selectio, quale delle due varianti corrisponde all'originale ed e lui a correggere l'archetipo con l'emendatio per risalire all'originale. Non si puo

eliminare l'intervento dell'editore, ma il metodo stemmatico, quantomeno, riduce

notevolmente la

sua arbitrarieta. Inoltre il metodo permette di eliminare un gran numero di lezioni

recenti che non sono originali.

LIMITI

Ha vari limiti di applicabilita → nacque per essere applicato alle opere classiche:

l'antichita

vedeva la presenza quasi certa di un archetipo, ma spesso non c'era. Ci sono vari

fattori che

attinto a esemplari diversi e aver scelto le forme che gli sembravano le migliori;

2.9.3 L'originale molteplice = dell'eta classica esistono diverse edizioni di

un'opera, tutte risalenti all'autore → lo stemma che si puo costruire e un albero con

piu di una radice.

2.10 METODI RICOSTRUTTIVI NON STEMMATICI

Quando lo stemma non e ricostruibile, e necessario ricorrere ad altri metodi. Nella seconda meta dell'800 il metodo stemmatico era considerato l'unica strada possibile per la ricostruzione di un testo. Ma il metodo, come abbiamo detto, aveva dei limiti di applicabilita → cosi inizio a svilipparsi

un certo scetticismo attorno alla possibilita di ricostruire lo stemma di un testo. Il

dibattito sul metodo stemmatico e tutt'oggi ancora vivace.

2.10.1 Metodi tassonomici

Questa proposta fu avanzata nel 1920 dal benedettino francese Henri

Quentin → egli non si preoccupo di distinguere tra 'originale' e 'innovazione'

→ raggruppava, INVECE, i testimoni in base alla presenza o assenza di

varianti → rappresentava percio i legami fra i testimoni in modo diverso.

Questo metodo in realta non e contrapposto al metodo stemmatico poiche l'elaborazione di uno stemma codicum rimane comunque l'obbiettivo centrale della recensio. A differenza della stemmatica, si dovevano individuare molte meno varianti → perche bastava riconoscere quelle nei subarchetipi perche

tutti gli altri testimoni assumano in caduta la loro corretta posizione. Tuttavia

esso e impotente di fronte a tradizioni contaminate;

Metodo delle distanze: fatto un elenco generale delle varianti, tutti i

testimoni vengono confrontati a due a due in tutte le combinazioni possibili e si calcola quante volte i due divergono o concordano in quelle varianti → se la concordanza e elevata i due verrano considerati 'vicini', se e bassa 'lontani'

2.10.2 Metodo delle aree geografiche → in caso di opposizione fra una

lezione attestata in testimoni scritti in due aree geografiche lontane (periferiche) e una attestata in un'area centrale, la lezioni piu antica sara probabilmente quella periferica;

Es. lettera del padre della Chiesa Gregorio di Nissa: due codici, uno in

Russia, l'altro a Cipro (due aree lontane) → le lezioni comuni di questi esemplari valgono come originarie.

Es. Divina Commedia: ebbe ampia fortuna, massiccia copiatura → i codici

piu conservativi e vicini all'originale sono da considerarsi quelli fuori dalla Toscana, in particolare a Nord dell'Appennino, dove viveva l'autore mentre componeva l'opera.

2.10.3 Ricostruzione eclettica

Quando lo stemma codicum non si riesce a ricostruire in nessun modo per le

troppe varianti concorrenti o la contaminazione?

Si adoperera una critica eclettica = l'editore dovra valutare le varianti e

decidere su di esse caso per caso → metodo stemmatico (per alleggerire la mole del materiale, eliminando i descripti) → poi si applica la selectio, poi

l'emendatio → le varianti dovranno essere giudicate di per se, indipendentemente dai testimoni che le riportano

2.11 METODI NON RICOSTRUTTIVI

Chi sostiene questo metodo ritiene che, piuttosto che generare un testo nuovo tramite selectio ed emendario, sia preferibile pubblicare il testo di un singolo manoscritto realmente esistito poiche

godra quantomeno di storicita e consistenza.

2.11.1 Il codex optimus = l'editore si serve solo di un codice che viene considerato

il migliore e da cui se ne distacca solo quando il testo e clamorosamente insostenibile. Questo metodo fu rilanciato negli anni '20 del '900 da Bedier. Il codex optimus e il codice piu antico e quindi piu vicino all'originale. Nasce come reazione forte al metodo stemmatico. Secondo Contini la posizione di Bedier costituisce un deposito di angoscia di fronte al compito impossibile di ricostruire l'originale. Questo metodo editoriale pero non e incompatibile con la stemmatica → e soltanto la ricostruzione di uno stemma che permette di individuare il testimone migliore. C'e poi una variante del modello, chiamata metodo del testo-dove dove l'editore si attiene al suo testo di riferimento, ma ricorre alle altre forme attestate dalla tradizione quando esse siano superiori;

2.11.2 La copia scribale = forma che il testo assume in un manoscritto prodotto da

un determinato copista → in questo modo si evidenzia un momento particolare

della ricezione del testo → viene considerata percio legittima l'edizione di un manoscritto qualsiasi, purche storicamente esistito → MA quel manoscritto ha

una storicita sicura solo come esecuzione, perche la storicita del suo impiego

non e dimostrabile → esistono centinaia di manoscritti scorrettissimi che di

certo nessuno ha mai potuto leggere; cio non significa che le indagini sulla fruizione e ricezione di un testo non abbiano importanza → sono importantissime ed e merito della critica novecentesca avere posto l'accento su di esse → ma non vanno confuse con la critica testuale che ha obbiettivi

diversi → er questa ragione l'edizione di un singolo manoscritto che rappresenti la fotografia puntuale di una situazione particolare del testo non puo definirsi un'edizione critica.

2.12 E' SEMPRE ESISTITO L'ORIGINALE?

La nozione di originale e ambigua per il mondo medievale, come anche quella di autore che era ben delineata solo nel mondo antico. Quando di una determinata opera di sono conservati stati redazionali e compositivi diversi, la nozione di originale, lungi dall'essere annullata, tende ad

Il primo problema e riconoscere l' autografo = la firma. Bisogna contemplare la

possibilita che si tratti di un falso. Ricordiamo che nel medioevo non esisteva l'autografo perche la firma di un autore non conferiva maggior valore all'opera. Dell'antichita non disponiamo purtroppo di autografi.

Idiografi = contengono un testo autorizzato dall'autore → per molti secoli funzionava

che l'autore dettava oralmente la sua opera a un segretario oppure l'autore componeva parti della sua opera su supporti provvisori, come frammenti di carta, pergamena, tavolette di cera, destinate poi alla distruzione e le affidasse poi a uno scriba per ricopiarle. Torniamo all'autografo. E' vero che l'autografo corrisponde alla volonta dell'autore. Ma basta questo a far concludere che esso a pubblicato tale e quale, senza modifiche di sorta? L'autore mentre lavora poi corregge gli errori

( trascorsi di penna ) → anche questi andranno registrati nell'apparato critico. Ci sono

poi errori piu grandi davanti ai quali non si sa come comportarsi → al solito i piu conservativi pubblicano il testo cosi com'e anche se insostenibile; i piu interventisti invece lo correggono basandosi sulla considerazione che se l'autore avesse riletto avrebbe corretto anch'egli l'errore. Un caso

problematico sono le opere incompiute → in questo caso l'autografo e un

manoscritto ricco di

lacune, contraddizioni, inesattezze perche mancava di revisione. Es. ricordi di Massimo

D'Azeglio,

le grazie di Foscolo (a cui lavoro senza continuita per 20 anni).

3.2 VARIANTI D'AUTORE

A volte gli autografi sono piu di uno. L'autore puo aver ritoccato lievemente l'opera o averla riscritta

radicalmente → campagna di correzione. L'editore dovra collocare nel tempo le

varianti. Il compito di un editore non e quello di fornire un giudizio di valore, ma quello di illustrare nel modo piu completo possibile la storia dell'opera.

  • Varianti genetiche = quelle prima del testo definitivo;
  • Varianti evolutive = quelle dopo il testo definitivo;
  • Avantesto = tutto il materiale (abbozzi, appunti, note, schemi) precedente al testo →

la loro analisi permette di entrare nell'officina dello scrittore ed esaminare il percorso creativo →

“filologia degli scartafacci” (Contini)

  • Ultima volonta dell'autore = la forma del testo che l'autore non ha piu modificato

→ nel caso di opere incompiute si fa fatica a parlare di ultima volonta, in quanto di frequente l'autore avrebbe voluto andare avanti a modificare la sua opera, non avendoci mai posto un sigillo di conclusione;

3.3 FILOLOGIA D'AUTORE E LIBRO MANOSCRITTO

Fondamentale e conoscere come si produce un'opera letteraria → mezzi e strategie compositive: come si confeziona un libro (in rotoli, in codici etc.), gli strumenti di scrittura, il mercato librario, la posizione sociale dell'intellettuale. Esempio: nell'antichito l'autore faceva circolare una versione provvisoria della sua opera fra i suoi amici e ascoltando i loro pareri poi la modificava di conseguenza → lungo labor limae. Poi compilava l'opera definitiva che veniva passata a un librario che la metteva in vendita effettuando delle copie.

Le opere classiche sono passate attraverso la strettoia culturale dell'alto

medioevo → perdita

massima di manoscritti preesistenti→ rende molto probabile l'esistenza di

un archetipo a capo

della tradizione successiva → e quindi e anche molto probabile che di varianti d'autore non ne siano

arrivate. Es. De re publica di Cicerone: dopo aver consegnato il manoscritto al suo

amico Attico, accorgendosi di un errore sul nome di un popolo, scrisse all'amico di pregarlo di correggere → ma non pote correggere le copie che erano gia in circolazione, infatti l'unico manoscritto di cui noi disponiamo riporta l'errore di Cicerone. Altri autori che si pensa abbiano realizzato varianti sono Giovenale, Tertulliano, Ausonio e Giovenco. Nel medioevo la produzione e diffusione erano molto diverse da come avveniva nell'antichita. Fino a XII secolo non c'era un mercato librario → quindi autore non consegnava un manoscritto da copiare e diffondere → effettuava egli stesso delle copie che poi distribuiva a una cerchia ristretta di

persone → nel medioevo l'opera letteraria e sempre aperta perche non c'e mai una

conclusione → trova un minimo di stabilita nel momento in cui il testo trova per la prima volta accoglienza in un codice. Fino al XIII secolo la conservazione di un manoscritto autografo o idiografo e un fatto