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Sociologia generale, teorie microsociologiche, Appunti di Sociologia IV

Appunti da lezione sulle teorie microsociologiche

Tipologia: Appunti

2024/2025

Caricato il 01/07/2025

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antonella-posillico 🇮🇹

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Teorie micro-sociologiche
Interazionismo simbolico
Fenomenologia sociologica
Etnologia
Il sè come prodotto sociale
George Herbert Mead: teorico classico sia della sociologia macro che micro che ha ragionato su come si costruisce la
propria identità.
Capacità di riflettere su se stessi, la individua nell’interazione sociale; noi con l'individualità siamo costruiti con l’interazione
con gli altri, prodotto in una misura sociale.
Immagine che costruiamo su di noi e in base alla quale agiamo: cosa possiamo e non possiamo fare, di chi possiamo fidarci,
abbiamo bisogno di un'immagine di se stessi che si costruisce nel tempo.
La capacità di riflettere su se stessi - la natura dell’sutoriflessività è sociale, è l’interiorizzazione delle relazioni che abbiamo
con gli altri.
Così come possiamo costruirci una rappresentazione mentale degli altri, possiamo rivolgere questo sguardo verso noi stessi,
verso il nostro agire, verso le nostre capacità.
L'altro è costituito in una prima fase della vita da concrete e specifiche figure di riferimento (genitori), ma poi assume i
caratteri dell’altro generalizzato, figura impersonale che può assumere diversi ruoli sociali con i quali il soggetto si pone in
relazione.
Al di là delle specificità c’è qualcosa che unisce i vari individui - astrazione, comprendiamo il ruolo sociale.
A forza di astrarre arriviamo a quello che è l’altro generalizzato.
Il pensiero per Mead è l'interiorizzazione del linguaggio, facciamo esperienza di espressione linguistica nei confronti di altri.
Il dialogo interiore presuppone dunque l’interazione sociale, che si sviluppa soprattutto grazie ad un’istituzione sociale
fondamentale, il linguaggio.
Il pensiero è anch’esso un prodotto derivato dal sociale.
L’individuo è una costruzione sociale per Mead.
La definizione della situazione
Al confine tra sociologia e psicologia, Thomas e Znaniecki.
Scuola di Chicago, agli inizi del ‘900 era la città più importante in America, loro studiano le lettere degli immigrati per capire
come essi cercassero di spiegare la realtà di cui stavano facendo esperienza a chi non ne aveva fatto esperienza.
Permette di studiare come i mesi rappresentavano la situazione, erano per lo più lettere in cui si spiegava la vita di Chicago
e come era fatta.
Definivano delle situazioni.
Studiando come una persona si definisce in una situazione, scoprirono che si può comprendere come agisce il soggetto.
Per comprendere atteggiamenti e comportamenti dei soggetti è necessario ricostruire come essi definiscono la situazione
nella quale sono chiamati ad agire.
Non è importante ciò che è, ma ciò che mi rappresento.
audio fani
13 maggio, incontro gender bias sul lavoro
Sociologia fenomenologica
Il principale esponente è un tedesco ebreo, che a causa delle persecuzioni va negli Stati Uniti, Alfred Schutz.
Esponenti noti nell’ambito nelle scienze sociali contemporanee sono Peter Berger e Thomas Luckmann.
L'impostazione di fondo di questi approccio è critico nei confronti degli approcci positivisti, di coloro che si ispirano
all’impostazione che aveva dato Comte - le scienze sociali devono guardare, per impostare le loro teorie e metodi, alle
scienze naturali.
Propone un approccio metodologico tipico delle scienze fisiche naturali: osservazioni, matematica, leggi deterministiche che
alcuni poi trasformeranno in leggi probabilistiche (il mondo sociale è complesso, non tutto ciò che si ipotizza avviene).
Si fonda su un approccio quantitativo, rilevazione dei dati attraverso l’osservazione o del questionario.
Questo approccio mette in discussione tutti questi aspetti, critica epistemologica, che riguarda quello che si conosce.
La critica è molto più serrata, si sostiene che ci sia un problema di fondo, sostanziale, di tipo filosofico, tra le scienze naturali
e quello sociali; gli oggetti naturali che indaghiamo sono altro da noi, diversi da noi, l’uomo non può essere inteso come
‘cosa’ in quanto oggetto delle scienze sociali, ma come soggetto che interpreta il mondo sociale in cui è immerso è vive.
Nelle scienze sociologiche l’oggetto di studio siamo noi, siamo in grado di formarci un'impressione su determinate situazioni
come chi le studia, possiamo modificare i nostri assetti interni etc..
Il nostro oggetto di studio in realtà è un soggetto.
Ha capacità interpretativa esattamente come ce l’ha il ricercatore.
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Teorie micro-sociologiche Interazionismo simbolico Fenomenologia sociologica Etnologia

Il sè come prodotto sociale George Herbert Mead: teorico classico sia della sociologia macro che micro che ha ragionato su come si costruisce la propria identità. Capacità di riflettere su se stessi, la individua nell’interazione sociale; noi con l'individualità siamo costruiti con l’interazione con gli altri, prodotto in una misura sociale. Immagine che costruiamo su di noi e in base alla quale agiamo: cosa possiamo e non possiamo fare, di chi possiamo fidarci, abbiamo bisogno di un'immagine di se stessi che si costruisce nel tempo. La capacità di riflettere su se stessi - la natura dell’sutoriflessività è sociale, è l’interiorizzazione delle relazioni che abbiamo con gli altri. Così come possiamo costruirci una rappresentazione mentale degli altri, possiamo rivolgere questo sguardo verso noi stessi, verso il nostro agire, verso le nostre capacità. L'altro è costituito in una prima fase della vita da concrete e specifiche figure di riferimento (genitori), ma poi assume i caratteri dell’altro generalizzato, figura impersonale che può assumere diversi ruoli sociali con i quali il soggetto si pone in relazione. Al di là delle specificità c’è qualcosa che unisce i vari individui - astrazione, comprendiamo il ruolo sociale. A forza di astrarre arriviamo a quello che è l’altro generalizzato.

Il pensiero per Mead è l'interiorizzazione del linguaggio, facciamo esperienza di espressione linguistica nei confronti di altri. Il dialogo interiore presuppone dunque l’interazione sociale, che si sviluppa soprattutto grazie ad un’istituzione sociale fondamentale, il linguaggio. Il pensiero è anch’esso un prodotto derivato dal sociale. L’individuo è una costruzione sociale per Mead.

La definizione della situazione Al confine tra sociologia e psicologia, Thomas e Znaniecki. Scuola di Chicago, agli inizi del ‘900 era la città più importante in America, loro studiano le lettere degli immigrati per capire come essi cercassero di spiegare la realtà di cui stavano facendo esperienza a chi non ne aveva fatto esperienza. Permette di studiare come i mesi rappresentavano la situazione, erano per lo più lettere in cui si spiegava la vita di Chicago e come era fatta. Definivano delle situazioni. Studiando come una persona si definisce in una situazione, scoprirono che si può comprendere come agisce il soggetto. Per comprendere atteggiamenti e comportamenti dei soggetti è necessario ricostruire come essi definiscono la situazione nella quale sono chiamati ad agire. Non è importante ciò che è, ma ciò che mi rappresento.

audio fani

13 maggio, incontro gender bias sul lavoro

Sociologia fenomenologica Il principale esponente è un tedesco ebreo, che a causa delle persecuzioni va negli Stati Uniti, Alfred Schutz. Esponenti noti nell’ambito nelle scienze sociali contemporanee sono Peter Berger e Thomas Luckmann. L'impostazione di fondo di questi approccio è critico nei confronti degli approcci positivisti, di coloro che si ispirano all’impostazione che aveva dato Comte - le scienze sociali devono guardare, per impostare le loro teorie e metodi, alle scienze naturali. Propone un approccio metodologico tipico delle scienze fisiche naturali: osservazioni, matematica, leggi deterministiche che alcuni poi trasformeranno in leggi probabilistiche (il mondo sociale è complesso, non tutto ciò che si ipotizza avviene). Si fonda su un approccio quantitativo, rilevazione dei dati attraverso l’osservazione o del questionario. Questo approccio mette in discussione tutti questi aspetti, critica epistemologica, che riguarda quello che si conosce. La critica è molto più serrata, si sostiene che ci sia un problema di fondo, sostanziale, di tipo filosofico, tra le scienze naturali e quello sociali; gli oggetti naturali che indaghiamo sono altro da noi, diversi da noi, l’uomo non può essere inteso come ‘cosa’ in quanto oggetto delle scienze sociali, ma come soggetto che interpreta il mondo sociale in cui è immerso è vive. Nelle scienze sociologiche l’oggetto di studio siamo noi, siamo in grado di formarci un'impressione su determinate situazioni come chi le studia, possiamo modificare i nostri assetti interni etc.. Il nostro oggetto di studio in realtà è un soggetto. Ha capacità interpretativa esattamente come ce l’ha il ricercatore.

La fenomenologia sociale ha il compito di descrivere le strutture del mondo dell'intersoggettività (o mondo sociale) che emergono dall'esperienza quotidiana degli uomini - capire quali sono le logiche e le strutture di questo mondo di relazioni che influisce inevitabilmente sul nostro comportamento. Siamo immersi in un mondo sociale che ha delle proprie logiche, che ci influenzano e ci permeano. Siamo attraversati.

  • I soggetti hanno l'esigenza pratica di rappresentarsi il mondo sociale in cui sono immersi per comunicare e agire, ovvero compiere le attività di vita - costruirsi una rappresentazioni interna di ciò che ci circonda, altrimenti non potremmo agire.
  • L'esigenza pratica di orientarsi, comunicare ed operare nel mondo sociale induce i soggetti a ricondurre la molteplicità dei fenomeni ad un numero limitato di tipi socialmente condivisi - ognuno ha delle caratteristiche individuali, ma le categorie in genere socialmente condivise fanno si che si crei un sapere comune. Tutto questo viene appreso durante il corso della nostra vita. Attingiamo ad esse in modo automatico.
  • I tipi hanno dunque natura intersoggettiva e quindi appartengono allo stesso mondo sociale e vengono appresi dai soggetti durante il processo di socializzazione
  • Si forma così un sapere di senso comune, un sapere condiviso che permette di dare per scontate molte delle situazioni in cui ci si trova ad agire rendendo così possibile l'interazione sociale - senso Kuhn ???, ci permette di andare avanti

Etnometodologia, Garfinkel Studia gli etnometodi, i costumi, le etnie, i comportamenti più o meno diffusi in una popolazione. Studia gli etnometodi, ovvero le modalità con cui le persone costruiscono e mantengono il tacito accordo (il dato per scontato) su cui si fonda l’interazione sociale. Gli altri intendono circa la nostra stessa cosa. Con che metodi si costruiscono queste rappresentazioni condivise (e che non sembrano costituire un problema)?

Nelle coppie a volte si rompe questo dato per scontato e ci si rende conto che non si intendevano le stesse cose, si viveva ad un livello di quotidianità che non dava possibilità di approfondire il significato di determinati atteggiamenti che si davano per scontato nel significato, ma che assumevano due significati diversi. La fase dell'innamoramento dà tante cose per scontato.

Come possiamo costruire questo tacito accordo nella nostra mente? Come possiamo fare per far uscire allo scoperto i nostri meccanismi mentali? ‘Nel film Settembre si era costruito un tacito accordo; lui quando aveva sete andava alle macchinette a comprarsi da bere, senza mai chiedere alla moglie se volesse qualcosa. La moglie si adatta a questa situazione e la relazione va avanti come se niente fosse. Lui rimane sbigottito quando lei rompe questo adattamento’ La prima cosa è produrre una rottura nelle relazioni di ciò che è dato per scontato, rompere le regole del dato per scontato (che non sempre è preciso) assimilate da bambini. es. viene fatto un esperimento sociale in cui vengono alterate le regole della prossemica per vedere come le persone reagiscono. Cosa ti è venuto in mente quando io ho alterato le distanze sociali? Crea ansia e agitazione rompere queste regole, non si capisce come si dovrebbe agire. es. anche nel rapporto genitore-figlio, quando i genitori scoprono qualcosa sui figli (ad oggi con i social avviene più facilmente) si chiedono come devono agire, come possono rimediare a questa situazione.

La teoria della scelta razionale Per ora abbiamo parlato delle teorie della soggettività e della vita quotidiana, che ci fanno capire come noi ci relazioniamo con gli altri e che si legano alla psicologia. A livello della microsociologia, un aspetto riguarda la psicologia, l'altro l'economia. Noi siamo percepiti come calcolatori razionali, siamo essenzialmente delle macchine che cercano di massimizzare il piacere e minimizzare il dolore, la sofferenza. Per l'economia questo è il modo dell’agire, come noi ci approcciamo alla relazione sentimentale, filiale, all'altruismo etc… L'economia ha costruito una di queste teorie, una delle scienze sociali più antiche, e quando si sono costruiti questi modelli sull’azione dell'uomo, gli economisti guardavano ai modelli della psicologia di allora. Gli ingranaggi producono piacere e dolore e ne basano una scienza, l'economia stessa, si fonda a livello microeconomico. Tentativo di generalizzazione al più ampio ambito dei comportamenti sociali del modello di spiegazione delle scelte economiche.

Secondo questi autori gli individui entrano in una relazione di scambio, di reciprocità; ci guadagno dal punto di vista soggettivo, vado in pari, quello che ottengo per me vale di più di quello che cedo. Se lo scambio avviene tra soggetti che hanno un livello comparabile di risorse il rapporto tra gli stessi rimane equilibrato, ma se le persone impegnate nello scambio hanno livelli di risorse diseguali allora lo scambio produce una relazione asimmetrica di deferenza-potere.

Il legame micro-macro Sfida teoria molto importante. Come spiegare le strutture e le istituzioni sociali a partire dalle credenze e azioni individuali? Il problema centrale nella sociologia contemporanea non è stato ancora risolto in modo soddisfacente. Ci sono stati tentativi di risolvere questo problema: Teoria multidimensionale di Alexander (funzionalismo, aspetti di Marx e Weber) Teoria della strutturazione di Giddens (sociologo inglese, influente anche a livello politico, ipotizza la terza via di Blair, lasciamoci alle spalle il liberalismo, lasciamo perdere il socialismo di Marx e inseguiamo una via intermedia) Teoria della norme e dei comportamenti collettivi di Coleman ( approccio liberale, individua i meccanismi con cui si passa dai fenomeni macro ai micro, che a loro volta influenzano di nuovo i macro, teoria circolare)

Teoria critica della società Sviluppata dalla scuola di Francoforte, gli intellettuali formulano delle teorie, anni ‘60, su cui molte rivoluzioni basano le loro idee, si fonda sulla psicoanalisi Freudiana e sul Marxismo. Si chiama teoria critica della società perché mette in discussione la società capitalista, mette in evidenza alcuni aspetti che possono creare problemi agli individui. Il capitalismo si sta affermando e la logica del capitalismo è di rendere strumentali le azioni, il nostro agire, si basa sul dominio della razionalità orientata verso lo scopo, verso l’utilità individuale. Tutto viene in qualche modo razionalizzato, si vuole minimizzare i costi individuali e massimizzare i profitti. Si ragiona in modo di razionalità individuale - razionalità strumentale, diretta allo scopo, sono critici verso questa tendenza che ritengono sia pericolosa per gli individui e per la società. Con il denaro si può acquistare tutto ed è vero che ci assicura uno sviluppo materiale enorme, ma un aspetto del capitalismo è che molte sfere della vita vengono concepite come mercati, come compravendita di servizi. es. rivoluzione digitale che trasforma le informazioni e la comunicazione in un business, sono le società del web ad ottenere più profitti ad oggi. C’è una sorta di deumanizzazione, si perde la capacità di empatia; si recupera il concetto marxiano di alienazione.

  1. Rispetto al prodotto, il lavoratore, in quanto pur creando delle cose con il proprio lavoro, non le possiede (a differenza dell’artigiano che se crea, possiede, e può decidere di vendere) - nemmeno le macchine di produzione sono in suo possesso.
  2. Rispetto alla sua attività, la sua forza lavoro è in mano al capitalista e quindi il lavoratore non può scegliere il lavoro da svolgere e i tempi lavorativi.
  3. Rispetto alla sua essenza, vende la propria capacità lavorativa che di fatto diviene una cosa e non può esprime la sua creatività, alienato rispetto alla macchina.
  4. Rispetto ai suoi simili, deve sottostare ai ritmi del mercato, perciò la sua vita sociale si riduce.

es. Unione sovietica, la prima ad ottenere la parità dei sessi e degli orari lavorativi efficaci.

Si rimuovono parti di sé con questa alienazione.

Come mai la classe lavoratrice rinuncia all’ambizione di creare una società in cui non ci fossero disuguaglianze e dove chi lavora ottiene una piena ricompensa? Ford ipotizza di sfruttare al massimo le risorse lavorative per aumentare la produttività (condizioni molto dure), così che anche i lavoratori potessero attingere ai prodotti del loro lavoro - rivoluzione industriale, catena di montaggio. Negli Stati Uniti il capitalismo diventa un capitalismo consumistico, di massa, che permette l’accesso ai consumi ai lavoratori, che prima non avevano mai visto. In genere il popolo necessitava una rivoluzione, una società socialista, comunista, ma nella società americana i lavoratori non vogliono più cambiare la società, proprio a causa del consumismo. La classe lavoratrice quindi a questo punto si accontenta di partecipare ‘ad una fetta della torta’, è più grande di quella precedente e quindi si accontenta. I capitalisti americani hanno avuto una brillante idea: aumenta lo sfruttamento, ritmi mai visti prima, ma hanno l’intuizione di farli partecipare alla condizione materiale.

Per aumentare la produttività vengono calcolati i tempi di produzione; chi non riusciva a rispettare tali tempi, veniva licenziato.

Man mano vengono accorciati i tempi, per selezionare i migliori lavoratori; a livello psicologico lo stress aumenta, come aumenta la produttività. Lo sforzo è disumano, i ritmi di lavoro sono infernali e i lavoratori sono sottoposti a disciplina ferrea; ci si chiede che se questi fattori non aumentino l’alienazione. Come pensano i lavoratori? Come agiscono? Adesione al modello consumistico, i lavoratori si sentono consumatori di beni materiali, ma gli autori che studiano questo effetto dicono che è effetto dell’alienazione, che ci spinge a sentirci realizzati nel momento in cui compriamo, soprattutto quando compriamo oggetti di ultima generazione, più sviluppati. Quali sono le fonti del benessere individuale? Il consumo di beni materiali è solo uno degli aspetti, la qualità della vita e la felicità, il benessere, dipende da tante dimensioni, che in quella società americana venivano compresse. In questo caso le altre fonti vengono sacrificate, in più l’autostima viene sottoposta alla logica della competizione - logorante. Questo modo di organizzare il lavoro, gerarchico, stressogeno, che comprime aspetti importanti del nostro benessere, ha conseguenze? Le ricerche psico-sociali notano che qualcosa accade alle persone, in particolare monta una rabbia che però non si sfoga, il sistema capitalistico ormai si è accettato, tutti accettano la logica del consumismo e della competizione e perciò dove finisce questa energia negativa? A pagare sono le relazioni interpersonali e familiari; disinteresse per i figli, uso di sostanze - incapaci di prendersi cura dei propri figli a livello relazionale (magari si, accumulano i soldi da sempre per poter mandare il figlio all’università, ma a livello relazionale non sanno trattare i propri figli, forse perchè non ne sono capaci). Le persone con rabbia repressa, che subiscono molte frustrazioni e subiscono esperienze di gerarchia, competizione, politicamente si possono identificare nei più forti. Se devono scegliere una persona che li rappresenti, scelgono qualcuno che dimostri forza, qualcuno in cui proiettarsi. Si generano meccanismi psicologici che creano infatuazione per la personalità autoritaria.

Le tensioni quindi rimangono latenti, non viene più richiesto un rinnovamento sociale, ma vengono scaricate sui familiari-amici o identificandosi in questi soggetti autoritari. Le basi del totalitarismo: la personalità autoritaria di Adorno e Horkheimer il fatto che ognuno si spinge a dare il massimo porta alle basi del totalitarismo e dato che la rabbia non può essere proiettata verso l’alto, viene proiettata verso il basso (‘razze’ minori, donne…). es. La Germania prima era repubblica di Weimar. Dopo la prima guerra mondiale deve ripagare i debiti agli altri Stati e si arriva a livelli di inflazione molto alti, causando anche un aumento dei prezzi. I lavoratori iniziano ad avere sfiducia nella democrazia, allo stesso tempo fanno dell'impostazione militare dell’industria tedesca un modello e la ripropongono nelle famiglie - padre padrone. L’organizzazione sociale produce dei meccanismi psicologici che rafforzano quel determinato sistema fino a portarlo a livelli estremi, come il totalitarismo. Prima o poi le tensioni interne si manifestano, o contro se stessi, o contro chi ci circonda (anche la società).

Bisogna quindi andare oltre all'utilità personale, oltre al concetto dell’altro solo per soddisfare i propri desideri e scopi e proporre un altro modello di razionalità, non strumentale in cui tutti sono considerati degli strumenti, ma una razionalitá comunicativa - Habermas, in cui gli individui si comprendono, entrano in relazione gli uni con gli altri e condividono. Le scienze sociali e le scienze psicologiche, sociologiche, sono molto utili per mantenere dei rapporti equilibrati con se stessi e con gli altri. Saper costruire delle istituzioni che incorporino questo approccio macro tra le persone.

iniziano a mettere i soldi da parte per l’università), all’istruzione (le università più rispettabili sono anche quelle più costose), il rispetto delle leggi e l'onestà. La struttura culturale definisce le mete (successo economico) e le modalità lecite con cui raggiungerle. Merton si appella anche alla struttura sociale, basata essenzialmente sulla disuguaglianza. Effettivamente la tensione non dipende dai singoli, dalla loro struttura di personalità, dalla loro intelligenza, dal loro profilo psicologico, ma dalla tensione agli obiettivi a cui siamo stati educati e le nostre effettive opportunità - tensione strutturale. Non tutti hanno le stesse opportunità, il divario sociale non permette a tutti di avere tutte e le stesse possibilità. Più sono alte le disuguaglianze, più ci sono conflitti sociali che si proiettano poi sulla persona.

L’adattamento alla tensione tra cultura e struttura sociale Esiste una tensione tra meta e mezzo. A tale contrasto gli individui possono reagire seguendo diverse modalità di adattamento, di cui solo la prima non è deviante:

1. Conformità: accettazione sia delle mete culturali che dei mezzi indicati per raggiungerle 2. Innovazione: adesione alle mete ma con ricorso a mezzi diversi da quelli indicati come legittimi Non dobbiamo dare un giudizio morale. Più sarà forte questa tensione, più il tasso di criminalità aumenta. Si è spinti da bisogni, che divengono poi devianze. es. i migranti hanno meno opportunità di raggiungere benessere, per questo sono la maggior parte nelle carceri rispetto agli italiani. 3. Ritualismo: abbandono delle mete, ma rispetta le norme sui mezzi. Rispettando le regole non si riescono a raggiungere gli obiettivi, il successo economico. Molti vivono in questa situazione, considerati dei perdenti negli Stati Uniti. 4. Rinuncia: abbandono sia delle mete che dei messi culturalmente prescritti 5. Ribellione: rifiuto sia delle mete che dei mezzi e loro sostituzione con altre mete e altri mezzi. Si fissano altri obiettivi che decidono di vivere in maniera diversa. es. anni ‘60 rifiuto del modello di vita che veniva loro proposto, proprio quello di Merton.

In qualche modo tutti gli altri sono devianti.

La devianza quindi non dipende dlal’immorwlitá di un individuo, ma dalla struttura della società. Il successo viene attribuito all’individuo, non alla società. Bisogna quindi cambiare il modello sociale.

Teorie della subcultura La devianza si può creare quando, come la conformità, si apprende da kabi mente in cui si vive. Si riprende la cultura di quella subcultura, che può essere in contrasto anche con la cultura della società complessiva; valori e norme diverse, trasmesse di generazione in generazione. L'apprendimento avviene nell’ambito della vita quotidiana e riguarda il sistema di valori e norme, gli atteggiamenti, le competenze tecniche, le razionalizzazione favorevoli all’azione deviante.

Ricerca di Shaw e Mckay su Chicago Ci immaginiamo un centro della città, poi una serie di cerchi concentrici che si allontano sempre di più dal centro. Nelle città statunitensi funzionava così; il centro era la parte più vecchia, la parte più degradata. Il nuovo ha successo in America, non il vecchio, per questo era la parte più degradata. Più ci si allontanava dal centro, più la situazione migliora, a fasce, fino ad arrivare a delle aree con le abitazioni moderne, dove abitavano i ceti medi, medio-alti e alti. Gli ultimi immigrati ovviamente abitavano al centro, più poveri. Si distingue dagli altri per i tassi di criminalità; nelle zone abitate da ceti medio-alti la criminalità era nettamente inferiore.

Si passa da zone più povere a meno povere, si tende a migliorare la propria situazione e allontanarsi dal dentro. Il flusso è continuo, il tasso di criminalità stabile. Perchè? Ogni zona trasmette la propria sub-cultura ai nuovi arrivati, assorbivano un altro modello culturale al quale si adattavano e adeguavano. Chi è deviante è un conformista rispetto alla sua subcultura, in contrasto con la cultura ufficiale, dominante. La devianza diventa una devianza di gruppo, di comunità.

Teoria dell’etichettamento I teorici dell’etichettamento, a cavallo tra sociologia e psicologia, sostengono che l’analisi della devianza deve tenere conto non solo dell'altro di violazione ma anche del processo di creazione e applicazione delle norme. La devianza è il prodotto dell’interazione tra chi crea le norme, chi le fa applicare e chi le viola.

L'incontro di questi tre mondi produce devianza. Vogliono trasmettere consapevolezza, la devianza è un fenomeno molto complesso. Inizialmente si credeva che la responsabilità della devianza fosse una responsabilità individuale; occuparsi di devianza significava occuparsi di devianti, ma grazie alla teoria della subcultura e grazie alla teoria dell’etichettamento ciò cambia. Non dobbiamo tenere conto solo dell’atto deviante in sé, ma di tutto ciò che sta attorno al comportamento deviante. Come nasce, come si applica etc.. La prospettiva della teoria dell'etichettamento è espressa dai due seguenti assunti:

  1. non è la devianza che causa il controllo sociale, ma è il controllo sociale che porta alla devianza Se allentiamo il controllo sociale, si riduce il fenomeno deviante. Ci sono dei quartieri in cui la polizie non intervengono, per paura.
  2. La devianza non è una qualità dell’azione commessa, ma la conseguenza dell’applicazione di regole e sanzioni

es. il limite di velocità, nessuno controlla se andiamo ai 50 km/h o ai 60 km/h, fin quando un vigile non si accorge, non ci fa una multa e ci toglie dei punti sulla patente. Veniamo riconosciuti come devianti. La società ci mette un’etichetta. Il processo di etichettamento è diverso dal commettere atti devianti; può attivarsi anche quando non si commettono atti devianti. es. vengono condannati a morte più del 30% innocenti, con certezza.

È importante studiare il processo che crea l’etichettamento del deviante.

  • tabù dell’incesto: proibite unioni tra madre e figlio o oadre e figlia in tutte le culture conosciute e tra fratello e sorella grandissima maggioranza delle culture note es. per forti motivi religiosi i faraoni si concepivano come delle divinità, quindi non solo era ammessa ma era consuetudine sposarsi tra fratelli e sorelle.

Perchè esiste il tabù dell’incesti? Numerose spiegazioni sia di tipo biologico che di tipo socioculturale. Biologico: si rischia di riprodurre problemi genetici di generazione in generazione. Hanno un problema: la genetica si conosce solo da poco, perciò prevalevano quelle di tipo socioculturale. Socioculturale: si creano tensioni forti all’interno di un nucleo

L’esogamia riguardo al clan è invece attualmente poco diffusa. Spiegazioni sociologiche: le varie parti della popolazione, cittadina, tribù tendenzialmente sono chiuse in se stesse e rivali di altre, questo aumenta la conflittualità. Per risolvere la rivalità tra clan hanno iniziato a incrociarsi fra di loro, si creano delle alleanze.

Endogamia: ci obbligano a trovare il partner all’interno di un certo gruppo di riferimento es. i nobili potevano sposare solo altri nobili, non borghesi es. si possono sposare solo persone della stessa religione, prima del matrimonio in caso ci si deve convertire. Secondo la religione indu c’è una gerarchia sociale, una stratificazione sociale nel quale si nasce - casta. Nel livello piú alto ci sono i garavini, quelli considerati più puri che si sposano tra loro. Nessuno vuole sposare gli intoccabili, per forza si sposano tra di loro. È concesso sposare quelli della sottocasta superiore. es. ci si sposa solo all’interno dello stato clan es. matrimoni tra cugini paralleli di linea patrilineare nei paesi arabi Patologie genetiche però, predisposizione a determinate malattie.

Quanti ne possiamo sposare? Monogamia: norme che vietano di avere più di un coniuge mono: uno gamo: relazione Possiamo avere solo un matrimonio alla volta nella nostra società, ma non è sempre così.

Poligamia: norme che ammettono il matrimonio con due o più persone

- Poliandria: possibilità di sposare più uomini contemporaneamente, forma meno diffusa, ma in alcune aree del Tibet e dell'India si pratica la poliandria fraterna, una donna sposa i fratelli. Si fa ciò per aumentare la chance di sopravvivenza dei figli, non si sa di chi sia il figlio e quindi tutti si impegnano alla sopravvivenza. - Poliginia: norme che ammettono che un uomo possa avere due o più moglie. Molto diffusa: su 900 quasi società analizzate dagli antropologi, l’82% ammette la poligamia, il 16% solo la monogamia e il rimanenre la poliandia. Presente nel mondo arabo, musulmano, ma solo una stretta minoranza la pratica. Solo gli uomini delle classi più abbienti sposano più donne, devono assicurarsi da dare un’esistenza più che dignitosa alle tante donne. Molto più diffusa nell’Africa Nera, in particolare sempre di origine musulmana, provoca un problema: buona parte della popolazione maschile non trova moglie. Nascono sempre più maschi che femmine, ma muoiono prima. Levirato: diritto-dovere del fratello di un defunto a sposarne la vedova

Perchè esiste la poliginia? Permette di creare una unità familiare più forte delle altre, capacità di produrre molte risorse.

Famiglia monogamica Diverse abitudini su dove si va a risiedere: si risiede dalla famiglia del marito. si risiede dalla famiglia della madre in un bilocale avuncolare: dello zio neolocale: giovane coppia va a vivere lontano dalla famiglia

La tipologia di famiglia di Laslett Ragiona sulla composizione Famiglia nucleare: un nucleo coniugale, una sola unità, che può essere di due tipi: completa, entrambi i coniugi, sia che abbiano o non abbiano figli incompleta, monoparentale