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INFANZIA E FAMIGLIA - C. A. Corsini, Appunti di Storia Della Pedagogia

- Precarietà dell'infanzia - concetto di infanzia - caratteri del sistema demografico italiano, 1871 - cambiamenti al 1911 - mortalità infantile in Italia, 1871 - riduzione al 1911 - indagine 1885: condizioni igieniche della popolazione italiana - modalità e fattori di comportamento - infanzia abbandonata Scienze della Formazione Primaria, primo anno, secondo semestre. Riguardano il corso di Storia della Pedagogia

Tipologia: Appunti

2023/2024

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INFANZIA E FAMIGLIA
C. A. CORSINI, Infanzia e famiglia nel XIX secolo
PRECARIETÀ DELL’INFANZIA
Condizione di infanzia e paternità tra 800 e 900. Corsini è uno storico demografico, usa termini tecnici della
disciplina demografica.
Corsini inizia con la favola di Pollicino, ma in quanto toscano lo chiama Pulcettino.
Poll icin o e i suoi fratelli vengono abbandonati dai genitori per ragioni economiche, riesce sempre a trovare
la strada per tornare a casa. Fino a che non usa le molliche di pane mangiate dagli uccelli. Da lì inizia la
sua avventura.
CONCETTO DI INFANZIA
Ogni abbandono è sempre un abbandono soEerto. La fiaba di Pollicino rappresenta uno dei grandi problemi
dell’infanzia, cioè l’abbandono. Interpreta un sentimento. Corsini dice che non bisogna dare giudizi etici
all’abbandono perché la famiglia lo faceva per necessità, abbandonando i soggetti che non potevano
provvedere a loro stessi. L’abb an do no v ie ne se mp re v iss ut o co n so 8e ren za . È tutto un andare e tornare fatto di
separazioni soEerte e di riunioni che vengono vissute con allegria e felicità. L’importante è che tutti quei dati che
mostrano la precarietà dell’infanzia a fine 180 0 non vengano letti con giudizi e morale di oggi perché prima
l’abbandono era legata ad una condizione di bisogno.
Il concetto di infanzia è un concetto relativo. In passato non esisteva neanche una categorizzazione dell’infanzia.
L’i n fa nt e er a se mp li c em en t e un a persona in un periodo in cui non era in grado di provvedere a sé stessa. Quindi
era un periodo molto breve, la cresima era il rituale che segnava la fine dell’infanzia e l’ingresso nel mondo
degli adulti. Infanzia legata a modelli socioculturali che cambiano nel tempo.
Il concetto relativo di infanzia dipende da:
Fattori sociocult urali
à
la dipendenza dai genitori e la mancanza di responsabilità. La scuola gioca
un ruolo nella definizione di infanzia: l’andare a scuola e l’ambiente stesso è visto come un fattore che ha
prolungato l’infanzia con il prolungamento della scolarizzazione (il rituale di iniziazione viene spostato
dalla cresima all’esame di maturità).
Fattori de mografici derivanti dall’incidenza di un a classe di età sul complesso della popolazione
à
aspetto non solo culturale, impatta a livello sia economico che politico. Anche perché nel definire
l’infanzia giocano anche i fattori demografi ci. Se nell’Italia di fine 1800 gli individui (termine demografico)
fino a 14 anni rappresentavano dal 20 al 25% della popolazione impattavano in modo diverso rispetto ad
oggi dove la fascia d’età 0-14 incide per meno del 15%. Questo impatta a livello politico ed economico: si
parla molto di pensione e poco di scuola perché la maggior parte delle persone si trova nella fascia
d’età pensionabile e quindi i politici otterranno più consensi da queste persone parlando di questi
argomenti.
Matrimoni con forti di8erenze d’età: il modello era il matrimonio di pari età con coniugi che avevano meno di 6/7
anni di diEerenza. La commedia dell’arte aveva come tema tipico l’anziano che vuole conquistare la fanciulla
giovane intromettendosi tra due giovani innamorati. Ma il suo sentimento è considerato innaturale e sarà sempre
sconfitto e deriso. Oggi un tema del genere non sarebbe proponib ile.
Il concetto di infanzia è qualcosa che impatta su tanti livelli, non solo demografici.
CARATTERI DEL SISTEMA DEMOGRAFICO ITALIANO, 1871
Primo censi mento unitario
Si compone dei dati essenziali dal punto di vista demografico: indice di natalità (diverso dal tasso di fertilità),
indice di mortalità, speranza di vita e la piramide per età della popolazione (disposizione della popolazione per
classi d’età, sinistra donn e e destra uomini).
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INFANZIA E FAMIGLIA

C. A. CORSINI, Infanzia e famiglia nel XIX secolo

PRECARIETÀ DELL’INFANZIA

Condizione di infanzia e paternità tra 800 e 900. Corsini è uno storico demografico, usa termini tecnici della disciplina demografica. Corsini inizia con la favola di Pollicino, ma in quanto toscano lo chiama Pulcettino.

  • Pollicino e i suoi fratelli vengono abbandonati dai genitori per ragioni economiche, riesce sempre a trovare la strada per tornare a casa. Fino a che non usa le molliche di pane mangiate dagli uccelli. Da lì inizia la sua avventura.

CONCETTO DI INFANZIA

Ogni abbandono è sempre un abbandono soEerto. La fiaba di Pollicino rappresenta uno dei grandi problemi dell’infanzia, cioè l’abbandono. Interpreta un sentimento. Corsini dice che non bisogna dare giudizi etici all’abbandono perché la famiglia lo faceva per necessità , abbandonando i soggetti che non potevano provvedere a loro stessi. L’abbandono viene sempre vissuto con so8erenza. È tutto un andare e tornare fatto di separazioni soEerte e di riunioni che vengono vissute con allegria e felicità. L’importante è che tutti quei dati che mostrano la precarietà dell’infanzia a fine 1800 non vengano letti con giudizi e morale di oggi perché prima l’abbandono era legata ad una condizione di bisogno. Il concetto di infanzia è un concetto relativo. In passato non esisteva neanche una categorizzazione dell’infanzia. L’infante era semplicemente una persona in un periodo in cui non era in grado di provvedere a sé stessa. Quindi era un periodo molto breve, la cresima era il rituale che segnava la fine dell’infanzia e l’ingresso nel mondo degli adulti. Infanzia legata a modelli socioculturali che cambiano nel tempo. Il concetto relativo di infanzia dipende da:

  • Fattori socioculturali à la dipendenza dai genitori e la mancanza di responsabilità. La scuola gioca un ruolo nella definizione di infanzia: l’andare a scuola e l’ambiente stesso è visto come un fattore che ha prolungato l’infanzia con il prolungamento della scolarizzazione (il rituale di iniziazione viene spostato dalla cresima all’esame di maturità).
  • Fattori demografici derivanti dall’incidenza di una classe di età sul complesso della popolazione à aspetto non solo culturale, impatta a livello sia economico che politico. Anche perché nel definire l’infanzia giocano anche i fattori demografici. Se nell’Italia di fine 1800 gli individui (termine demografico) fino a 14 anni rappresentavano dal 20 al 25% della popolazione impattavano in modo diverso rispetto ad oggi dove la fascia d’età 0-14 incide per meno del 15%. Questo impatta a livello politico ed economico: si parla molto di pensione e poco di scuola perché la maggior parte delle persone si trova nella fascia d’età pensionabile e quindi i politici otterranno più consensi da queste persone parlando di questi argomenti. Matrimoni con forti di8erenze d’età : il modello era il matrimonio di pari età con coniugi che avevano meno di 6/ anni di diEerenza. La commedia dell’arte aveva come tema tipico l’anziano che vuole conquistare la fanciulla giovane intromettendosi tra due giovani innamorati. Ma il suo sentimento è considerato innaturale e sarà sempre sconfitto e deriso. Oggi un tema del genere non sarebbe proponibile. Il concetto di infanzia è qualcosa che impatta su tanti livelli, non solo demografici.

CARATTERI DEL SISTEMA DEMOGRAFICO ITALIANO, 1871

Primo censimento unitario Si compone dei dati essenziali dal punto di vista demografico : indice di natalità (diverso dal tasso di fertilità), indice di mortalità, speranza di vita e la piramide per età della popolazione (disposizione della popolazione per classi d’età, sinistra donne e destra uomini).

  • Forte incidenza (20/25% del totale della popolazione) della classe 0-9 anni sulla popolazione (piramide delle età)
  • Forte tasso di natalità (35-40 per mille) e di mortalità (25-30 per mille) à La diEerenza tra i due è solo dell’1%. Ma in verità la crescita della popolazione è un logaritmo che si applica ad un valore composto. Questo 1% significa che in meno di 50 anni il tasso di popolazione raddoppia. Siccome le epidemie nel 1800 scompaiono (in Europa occidentale), la popolazione europea esplode e se non ci fossero state le migrazioni verso le Americhe i livelli sarebbero quelli di India e Cina.
  • Bassa speranza di vita (35 anni) à La speranza di vita è uno dei concetti più fraintesi. La speranza di vita è la possibilità che ha una persona di una certa età X di raggiungere l’età Y. A livello storico basta che il 51% arrivi all’età Y. I calcoli che vengono fatti ora, fanno vedere che le migliori speranza di vita sono i paesi che hanno una maggiore spinta pensionistica. Il problema è l’età in cui cominciamo a calcolare la speranza di vita : se si calcola alla nascita, si ha una speranza di vita di 35 anni ma se la si calcola a 14 (quando è stata spurgata la mortalità infantile) la speranza di vita saliva abbondantemente sopra i 60 anni. Si vede quindi la forte mortalità infantile (su 1000 nati sopravvivono 627 bambini).
  • Forte mortalità infantile (al quinto anno sopravvivono 627 bambini ogni 1000 nati) NON CONFONDERE TASSO DI NATALITÀ (numero di nati ogni 100 abitanti) CON INDICE DI FERTILITÀ (misura quanti figli in media fa una donna in età fertile. Misurabile in 1000 anni donna, o prendere una singola donna statistica). Questo modello con forte mortalità compensata da una forte natalità è il modello tipico di antico regime. Siamo in epoca industriale , ci si avvicina alla società di massa ma l’Italia è caratterizzata da un modello demografico preindustriale (sia al Nord che al Sud).

CAMBIAMENTI AL 1911

  • Riduzione della mortalità , soprattutto infantile (al quinto anno sopravvivono 745 bambini ogni 1000).
  • Natalità sostanzialmente stabile
  • Aumenta la speranza di vita (42 anni) ma pur sempre inferiore agli altri paesi europei L’Italia a livello demografico rischia l’esplosione , infatti in questi anni molte persone emigrano. Dal Sud verso il Nord America. La tendenza di quelli che emigrano verso il Nord America cambiano identità e diventano non identificabili. La speranza di vita aumenta per impatto della riduzione della mortalità infantile.

MORTALITÀ INFANTILE IN ITALIA, 1871

Si possono intuire le cause della morte (il macro-fattore) di un bambino.

  • Alta mortalità al primo anno di vita (225 morti su 1000 nati)
  • In questo anno la mortalità colpisce equamente nord e sud. Anzi se si guardano i dati, la situazione non è quella dell’alfabetismo, anzi la mortalità colpisce soprattutto Lombardia e Sicilia.
  • Al nord la mortalità si colloca nel primo mese di vita (115-140 su mille).
  • Al sud si concentra tra il primo e il 12esimo mese di vita.
  • Chi sopravvive al quinto anno sono prevalenti al Nord rispetto al Sud (642 contro 604), indice del permanere di un’ipermortalità dopo il quinto anno nelle regioni meridionali. Cause della mortalità infantile Queste diEerenze fanno intuire i macro-fattori a cui sono imputabili le cause di morte.
  • CAUSE ENDOGENE - NORD à causata da condizioni di deperimento della madre. Dipende dalla qualità del cibo che veniva ingerito (poche proteine e poche vitamine B2 e B). Non morivano di fame ma di malattie legati a stati di denutrizione , come la pellagra (carenza vitaminica) che poteva portare a pazzia fino alla morte. È lo stato della madre che produce questa alta mortalità entro il primo mese di vita. La mortalità appare entro la prima settimana o il primo mese.

FAMIGLIA NUCLEARE à famiglia tipica della società industriale e contemporanea. Oggi si parla molto di famiglia individuale (alta incidenza del divorzio). Anche questa è patri lineare , ma composta da una sola coppia genitoriale. Non possiede gli strumenti di produzione , quindi vende il suo lavoro. Il salario è il compenso della vendita del lavoro. È un’unità di consumo : con il salario si acquistano i beni poi consumati per vivere. La moglie può lavorare come no, non è questo il fattore discriminante. Il fattore discriminante è che ha un ruolo di subordinazione rispetto al marito : il marito ha ruolo sia sociale che economico , la moglie ha ruolo solo familiare. Se la moglie lavora il suo reddito è integrativo a quello del marito. Non ha disponibilità di usare i soldi guadagnati, è il marito che decide. Questi fattori socioculturali sono:

  • A8ermazione della famiglia nucleare à mancanza di solidarietà familiare e impossibilità di aEidare il bambino alle altre donne della famiglia.
  • Impegno della donna lavoratrice à La donna lavora, e di conseguenza non può accudire il bambino , l’asilo è stata una risposta a questa esigenza.
  • Trascuratezza dell’infanzia
  • Errori di allevamento à svezzamento anticipato (imposizione dei mariti sulle mogli) o ricorso all’allattamento artificiale con pratiche sbagliate. La situazione migliora con il Novecento grazie all’introduzione di farine lattee e di prodotti industriali per l’infanzia. Il baliatico Terza donna che allatta il bambino di un’altra. Le cause che diEondono il baliatico sono le stesse delle nutrici. È un ricorso abituale anche presso le famiglie operaie poiché il costo della balia era inferiore al mancato guadagno dovuto all’assenza della donna dal lavoro. La nutrice viene portata nella casa della famiglia agiata. Per le famiglie povere sono i bambini ad essere portati nelle case delle balie , e queste non vivono in città ma in campagna. Le donne che si prestano al baliatico sono donne che provengono dalla classe agricola più povera. Pericoli
  • Maggiore mortalità à La distanza media era di 30 km , percorribile diEicilmente in un giorno soprattutto se si hanno tre bambini da portare. I tempi erano generalmente 2 giorni di cammino. Queste persone erano spesso analfabete , quindi non riuscivano a trovare l’indirizzo della balia. Si stima che almeno uno dei tre bambini trasportato morisse durante il viaggio: esposizione del bambino a un rischio, se muore è volontà di Dio.
  • Minor cura à Il viaggio era solo la prima parte del rischio. La balia se aveva ancora vivo il proprio bambino doveva dividere il latte tra il suo bambino e quello che le veniva a8idato , e ovviamente privilegiava il suo. Anche per la cura era lo stesso discorso. In certi casi poteva morire il bambino della balia, e visto che la balia voleva avere un altro bambino comunicava che il bambino morto era quello che le era stato aEidato e se lo tenevano.
  • Rischio di sifilide à i mariti trasmettono la sifilide alle balie (per via della prostituzione presente nelle osterie). Il Baliatico viene regolamentato nel 1818 : regolamento molto leggero. Si limita a dettare norme volte ad evitare la di8usione della sifilide senza entrare nelle problematiche sociali che portano al baliatico e alla diEusione e trasmissione della sifilide. Le donne prendevano la sifilide dai mariti e a loro volta le balie la trasmettevano ai bambini attraverso l’allattamento. Le possibilità di sopravvivenza del bambino sono legate alla cura che la famiglia pone verso il bambino. La scienza si preoccupa di correggere alcuni errori di allevamento:
  • Stringere il bambino in fasce à si pensava che stringerlo nelle fasce immobile permettesse di farlo crescere molto ciccio. Invece questo faceva sì che non si sviluppasse la muscolatura scheletrica
  • Colostro à il bambino non ha anticorpi nei primi giorni di vita. È poi il colostro che lo protegge da aggressioni virali e batteriche.

Gli errori, le modalità di accudimento e le pratiche familiari verso l’infanzia dicono che non si possono separare le condizioni d’infanzia da quelle della donna. Quando si separano si creano condizioni di grave ….

INFANZIA ABBANDONATA

Funzione del brefotrofio à accogliere l’infanzia illegittima e accogliere il surplus du fecondità illegittima, socializzandone il costo. Questo fenomeno è esclusivamente cattolico, tra i protestanti si provvedeva all’individuazione della paternità. La ruota non viene abolita dallo Stato, ma sono ordinanze comunali (primo comune Ferrara). Nel giro di pochi anni anche gli altri comuni aderiscono. Strumento di abbandono e di tutela dell’anonimato L’esistenza nei brefotrofi è caratterizzata dalla fortissima mortalità :

  • 50% moriva nel primo anno di vita
  • 80% entro il decimo anno Superato il decimo anno la mortalità si stabilizza. A questo bisogna aggiungere il diverso destino degli abbandonati legato alle cause di abbandono :
  • Se abbandonati per cause economiche esiste la possibilità di recupero.
  • Se illegittimi condannati ad un abbandono definitivo. Con l’aEermarsi della società e della famiglia borghese, nel 2° Ottocento si aEerma una nuova visione negativa del brefotrofio:
  • Il brefotrofio realizza un infanticidio legalizzato.
  • Favorisce le nascite illegittime e la deresponsabilizzazione dei genitori. Nuova organizzazione dei brefotrofi
  • Abolizione della ruota
  • Legislazione sociale a tutela della maternità e della donna lavoratrice
  • Limitazione dei brefotrofi ai soli illegittimi à Bisogna separare gli abbandonati per cause illegittime e gli abbandonati per cause economiche
  • Cause illegittime à sì abbandono
  • Cause economiche à si cerca di dare degli aiuti.
  • Controllo delle nascite à fenomeno prima legato ad ambienti ristretti. Ora diventa un fenomeno diEuso ampiamente. Correlazione tra riduzione della fertilità (legata al controllo delle nascite) e riduzione della mortalità infantile. Tutti i dati demografici ci dicono che dove c’è controllo delle nascite c’è anche un’immediata riduzione della mortalità infantile. Quando un bambino è voluto, si pongono più attenzioni su di lui che ne tutelano la sopravvivenza. Preponderanza dei fattori (e dei bisogni) economici che determinano i ruoli nella famiglia e che prevaricano i rapporti a8ettivi in ordine alla sopravvivenza del nucleo familiare (espulsione degli incapaci a guadagnarsi il cibo – “Pollicino”). Il bisogno prevarica gli aEetti, e il bisogno impone di fare delle scelte che permettano la sopravvivenza della famiglia. FAMIGLIA PATRIARCALE à famiglia che ha al suo interno gli strumenti di produzione , tipica di una società agraria. In questa famiglia tutti i componenti operano per raggiungere lo stesso scopo economico. È un’unità produttiva e di riproduzione della specie (essere umano). Riesce ad autoprodurre i beni di cui ha bisogno , quelli che non riesce a produrre li acquista attraverso le risorse economiche guadagnate dal lavoro. Formata da:
  • Coppia di genitori anziani
  • Figli con le loro mogli Famiglia patri lineare , sono i figli maschi che vivono nella casa con il padre. Le figlie femmine vanno a vivere nella casa del marito, e del padre del marito. Le donne impiegate nel lavoro potranno aEidare i loro figli ad una delle donne della loro famiglia.