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BULLISMO - aspetti generali, attori e strumenti per la rilevazione, Appunti di Psicologia dello Sviluppo

Analisi del fenomeno del bullismo - Aspetti generali - Attori - Strumenti per la rilevazione del bullismo - Prospettive di intervento - Disimpegno morale Scienze della Formazione Primaria, primo anno, primo semestre. Riguardano il corso di Psicologia dello Sviluppo

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 25/06/2025

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IL BULLISMO
Bullismo data per la prima volta all’inizio degli anni ’90 da Olweus, da Smith e Sharp e da Fonzi.
Uno studente è oggetto di bullismo (perché interazione tipica dei contesti scolastici), ovvero è prevaricato o
vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da
uno o più compagni.
(Olweus, 1991; Smith e Sharp, 1994; Fonzi, 1997,1999)
3 caratteristiche
Sistematicità nel tempo viene ripetuto nel corso del tempo. Succede tante volte, tutti i giorni.
Intenzionalità la persona è soggetta di prevaricazioni intenzionali. Le persone fanno apposta a farti stare
male.
Asimmetria razionale relazione non paritaria tra bullo e vittima. Cioè che o il bullo è più forte della vittima
(forza fisica o psicologica o di età) oppure perché si è tanti contro uno
Come si può manifestare?
PREPOTENZE DIRETTE più facili da individuare
- Mezzi fisici picchiare
- Mezzi verbali insultare prendere in giro
- Gesti, posture fare il verso
PREPOTENZE INDIRETTE molto più difficili da individuare
- Isolamento sociale far finta di non vedere, ignorare, escludere
- Esclusione dal gruppo organizzare una festa e non invitare un compagno
- Pettegolezzi, dicerie
Le vittime spesso non denunciano
ASPETTI GENERALI
Il bullismo tende a diminuire con il tempo è anche vero che in alcuni contesti alcune caratteristiche del
bullismo si ritrovano. Per esempio, nelle caserme si parlava di nonnismo”, cioè i capi facevano dispetti ai
nuovi arrivati. Nel contesto lavorativo si parla di “ mobbing”, una delle manifestazioni più grandi è quello di
non far fare niente al dipendente
Le prepotenze verbali sono le più diffuse insulti, nomignoli…
Le prepotenze fisiche tendono a diminuire con l’età e sono più diffuse tra i maschi quando si è
iniziato a studiare il bullismo, si è fatto un confronto cross culturale (se per esempio più in Svezia o più in
Italia). in Italia il termine bullismo era stato tradotto con “Prepotenze”, quindi, erano quasi considerati tutti
bulli, sia maschi che femmine e soprattutto le femmine nel Sud Italia.
Le femmine utilizzano di più forme di bullismo indiretto è nella natura femminile di usare strategie
indirette.
ATTORI DEL BULLISMO
BULLO la maggioranza delle persone che mettevano in atto comportamenti di bullismo erano persone
impulsive, orientate alla violenza e iperattive. Tendenza di queste persone all’agire impulsivamente
VITTIMA timidezza, chiusura, insicurezza. Non reagiscono, subiscono passivamente
VITTIMA PROVOCATRICE irritabile, iperattiva, difficoltà nella regolazione a livello emotivo.
PIATTAFORMA DISADATTIVA
I protagonisti del bullismo (bulli e vittime) avevano entrambi delle difficoltà a livello cognitivo e sociale
Lettura delle emozioni e del messaggio sociale non capire che una certa cosa non fa divertire ma crea
disagio. Alcuni vivono lo sguardo come una provocazione e rispondono con una provocazione, quando la
provocazione non c’è
Narrazione accurata degli episodi non sanno raccontare cos’è successo, è difficile capirlo. Manca la
capacità di raccontare accuratamente. Non si sanno cogliere antecedenti, intenzionalità altrui, i contesti…
Attribuzione corretta delle conseguenze si tende a minimizzare ciò che è successo. Non si capisce la
gravità delle conseguenze delle proprie azioni
STRUMENTI PER LA RIVELAZIONE DEL BULLISMO
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IL BULLISMO

Bullismo  data per la prima volta all’inizio degli anni ’90 da Olweus, da Smith e Sharp e da Fonzi. Uno studente è oggetto di bullismo (perché interazione tipica dei contesti scolastici), ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. (Olweus, 1991; Smith e Sharp, 1994; Fonzi, 1997,1999) 3 caratteristiche  Sistematicità nel tempo  viene ripetuto nel corso del tempo. Succede tante volte, tutti i giorni.  Intenzionalità  la persona è soggetta di prevaricazioni intenzionali. Le persone fanno apposta a farti stare male.  Asimmetria razionale  relazione non paritaria tra bullo e vittima. Cioè che o il bullo è più forte della vittima (forza fisica o psicologica o di età) oppure perché si è tanti contro uno Come si può manifestare?  PREPOTENZE DIRETTE  più facili da individuare

  • Mezzi fisici  picchiare
  • Mezzi verbali  insultare prendere in giro
  • Gesti, posture  fare il verso  PREPOTENZE INDIRETTE  molto più difficili da individuare
  • Isolamento sociale  far finta di non vedere, ignorare, escludere
  • Esclusione dal gruppo  organizzare una festa e non invitare un compagno
  • Pettegolezzi, dicerie Le vittime spesso non denunciano

ASPETTI GENERALI

Il bullismo tende a diminuire con il tempo  è anche vero che in alcuni contesti alcune caratteristiche del bullismo si ritrovano. Per esempio, nelle caserme si parlava di “ nonnismo ”, cioè i capi facevano dispetti ai nuovi arrivati. Nel contesto lavorativo si parla di “ mobbing ”, una delle manifestazioni più grandi è quello di non far fare niente al dipendente  Le prepotenze verbali sono le più diffuse  insulti, nomignoli…  Le prepotenze fisiche tendono a diminuire con l’età e sono più diffuse tra i maschi  quando si è iniziato a studiare il bullismo, si è fatto un confronto cross culturale (se per esempio più in Svezia o più in Italia). in Italia il termine bullismo era stato tradotto con “Prepotenze”, quindi, erano quasi considerati tutti bulli, sia maschi che femmine e soprattutto le femmine nel Sud Italia.  Le femmine utilizzano di più forme di bullismo indiretto  è nella natura femminile di usare strategie indirette.

ATTORI DEL BULLISMO

BULLO  la maggioranza delle persone che mettevano in atto comportamenti di bullismo erano persone impulsive, orientate alla violenza e iperattive. Tendenza di queste persone all’agire impulsivamente VITTIMA  timidezza, chiusura, insicurezza. Non reagiscono, subiscono passivamente VITTIMA PROVOCATRICE  irritabile, iperattiva, difficoltà nella regolazione a livello emotivo. PIATTAFORMA DISADATTIVA I protagonisti del bullismo (bulli e vittime) avevano entrambi delle difficoltà a livello cognitivo e socialeLettura delle emozioni e del messaggio sociale  non capire che una certa cosa non fa divertire ma crea disagio. Alcuni vivono lo sguardo come una provocazione e rispondono con una provocazione, quando la provocazione non c’è  Narrazione accurata degli episodi  non sanno raccontare cos’è successo, è difficile capirlo. Manca la capacità di raccontare accuratamente. Non si sanno cogliere antecedenti, intenzionalità altrui, i contesti…  Attribuzione corretta delle conseguenze  si tende a minimizzare ciò che è successo. Non si capisce la gravità delle conseguenze delle proprie azioni

STRUMENTI PER LA RIVELAZIONE DEL BULLISMO

Questionario sulle prepotenze  Subire prepotenze  Parlare delle prepotenze subite  Fare prepotenze  Parlare delle prepotenze fatte  Percezione e consapevolezza del problema  vivere queste relazioni come problematiche, perché sia i bulli che le vittime tendono a minimizzare queste dinamiche  Relazione e amicizie tra coetanei  avere degli amici è un fattore di protezione. Se la vittima ha degli amici, si sente protetto. Innanzitutto, possono proteggerlo e poi gli fanno vivere delle relazioni piacevoli  Atteggiamenti verso le prepotenze  reputare accettabili o non determinati comportamenti Tema  “racconta un episodio di prepotenza che hai subito, oppure hai fatto, o a cui hai assistito” Nomina dei pari  “indicare al massimo tre nomi di compagni che più spesso fanno prepotenze e tre nomi di coloro che più spesso le subiscono”. Esempio SOCIOGRAMMA DI MORENO

PROSPETTIVE DI INTERVENTO

 SINGOLI  spesso carenti di alcune capacità cognitive e sociali. si è iniziato a lavorare su chi non è

direttamente coinvolto nel bullismo , perché alcuni bambini vanno a sostenere con certi atteggiamenti il bullo (ridono, incoraggiano), altri sostengono la vittima (denunciano a genitori e insegnanti, difendono, consolano), altri ancora rimangono a guardare (devono essere educati ad intervenire e a denunciare)  CLASSE  bisogna rafforzare il ruolo educativo dell’insegnante. In classe si può agire attraverso un approccio curricolare , parlando del bullismo in maniera più indiretta legandolo ad altre materia (leggere in italiano novelle in cui si racconta di un bambino preso in giro). Ci sono delle regole da rispettare ( promozione dei valori )  ISTITUTO  tutto l’istituto viene coinvolto in programmi antibullismo. Una cosa da fare è il miglioramento dell’ambiente , la sorveglianza

DISIMPEGNO MORALE

Meccanismi di disattivazione selettiva del giudizio morale. Ci si chiede se le persone che mettono in atto il bullismo, lo fanno perché non hanno moralità, hanno un deficit di sviluppo morale. Invece queste persone sono uguali alle altre a livello morale (distinguono bene e male). Queste persone fanno il male perché non provano senso di colpa  è legato al fatto che entrano in gioco dei meccanismi di disimpegno morale Meccanismi di disimpegno morale  autogiustificazioni che consentono di vivere sereni anche se sono stati fatti dei comportamenti sbagliati  Confronto vantaggioso con altre condotte  la confronto con altre condotte peggiori, più gravi dell’azione che ho compito  Minimizzazione o negazione delle conseguenze  “non gli ho fatto così male”, “ma non è una vera presa in giro, lo diciamo sempre”  Spostamento e diffusione delle responsabilità  “eravamo tutti è colpa di nessuno”. Do la colpa a qualcun altro, oppure se siamo in tanti la colpa è distribuita su tutti  Denigrazione e deumanizzazione della vittima  io faccio male a qualcuno, e dico “tanto quella persona se lo merita, è un mostro”; “tanto non ci resta nemmeno male”; “tanto è scemo”. Gli vengono tolte delle caratteristiche umane.  Attribuzione di responsabilità alla vittima  “è lui che se l’è cercata”; “l’ha voluto lui” Tutti questi meccanismi scattano in maniera automatica e permettono di autoassolverci