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Riassunto di storia della tarda antichità
Tipo: Esquemas y mapas conceptuales
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Quando parliamo di "caduta" dell'impero romano non possiamo parlare di una unica causa ma parliamo di concause. Abbiamo esaminato a lezione le cause:
nessuna di queste concause è indipendente dall'altra, ad esempio: causa importante fu la trasformazione della concezione del potere centrale, che andò ad influenzare profonda
mente la struttura dell'esercito. Questo, indebolito, ebbe difficoltà a resistere alle sempre più numerose aggressioni esterne, eccetera eccetera.
In questa pagina verranno esposti, nel mondo più sintetico possibile (non è chiaro!) i fatti, ossia cosa accadde: per le spiegazioni relative a concetti e collegamenti si faccia riferimenti alle altre sezioni del documento. Alla metà del II secolo d.C. Roma è all'apogeo del suo splendore e della sua potenza: nel 117, sotto Traiano, si estendeva per 5,0 milioni di km², includendo gli stati vassalli
venerdì 24 gennaio 2025 09:
A partire dal 150 circa iniziano le pressioni barbariche verso il limes romano. I motivi sono principalmente due: Le pressioni che queste tribù subivano a loro volta da parte di altri popoli (soprattutto provenienti dalla Scandinavia e dalle pianure dell'Europa orientale)
Ulteriori concause che hanno contribuito all'indebolimento dell'Impero romano: la perdita di coesione sociale, dovuta all'enorme squilibrio nella distribuzione della ricchezza: lusso eccessivo per pochissimi privilegiati e povertà estrema per la grande massa dei contadini e del proletariato urbano.
il calo demografico dovuto non solo alle guerre e alle carestie, ma anche alle epidemie che si diffondevano molto velocemente e causavano numerose vittime;
l'enorme ed esasperato apparato burocratico della tarda antichità, difettoso, corrotto e costosissimo, le cui spese gravavano su una popolazione sempre più scontenta.
ognuna governata da un suo figlio: Onorio per la parte Occidentale, Arcadio per quella Orientale.
Come è stato abbondantemente detto in classe, l'anno 476 d.C. è convenzionale. Già da almeno due secoli non era imperatore un uomo considerato romano in senso classico, già da almeno due secoli il vero potere era nelle mani di comandanti militari e più in generale dell'esercito. L'impero è diviso in due parti da ottant'anni: queste parti sono diverse per costumi, gestione del potere, cultura. Cosa cambia dunque nel 476? E' imperatore d'Occidente Romolo Augustolo, un ragazzino di tredici anni. Naturalmente non aveva potere effettivo: era stato posto sul trono dal padre. Odoacre, capo delle tribù germaniche che costituivano una buona parte dell'esercito, aveva chiesto come ricompensa un terzo delle terre in Italia: Romolo Augustolo, o chi per lui, rifiuta, e quindi 476 Odoacre avanza su Ravenna e prende la città, costringendo il giovane imperatore ad abdicare. Questo però era già accaduto molte volte. La prassi, fino ad allora, era che il capo o generale barbarico di turno nominasse a sua volta un imperatore fantoccio da manovrare. Odoacre invece si comporta diversamente:
Usiamo quindi il 476 come data-cesura per la fine dell'impero romano d'occidente: non è cambiato niente, se non nominalmente e nella titolatura di chi ha il potere, rispetto a cento anni prima. L'Impero sopravvisse come Impero romano d'Oriente fino al 1453, anno della conquista di Costantinopoli da parte dei turchi-ottomani.
Punto chiave per spezzare la coesione dell'esercito dell'impero romano fu una sua sempre più crescente barbarizzazione. il prestare servizio nell'esercito era sempre stato obbligatorio per qualsiasi cittadino romano in buona salute. Questa leva militare durava 25 anni.
in verità alcuni comandanti ed imperatori (es. Giulio Cesare, Caracalla) avevano anche impiegato parte dei popoli conquistati come forze ausiliarie, ma senza rendere la pratica né ufficiale né meglio regolamentata - avevano semplicemente sfruttato i popoli conquistati secondo necessità.
Alla fine del III secolo d.C. la pressione delle varie tribù barbariche sui confini romani è immensa. Roma decide quindi di fare di alcune di queste tribù (i più importanti e numerosi sono i Franchi ed i Vandali) dei laeti (forse dalla stessa etimologia di laetus , felice): queste tribù riceveranno pezzi di terra entro i confini dell'impero in cambio del loro servizio nell'esercito. Questa di laeti è una condizione estremamente favorevole: sappiamo che non sempre Roma era stata così generosa con i barbari o con le popolazioni sottomesse, ed infatti vi sono altre condizioni più gravose:
Questo elemento barbarico, oltre a rendere l'esercito romano più numeroso, ne cambia anche la mentalità: dal momento che i barbari erano tipicamente suddivisi in tribù e non avevano un potere centralizzato, erano fedele non allo stato/Impero (come erano stati i militari romani) ma ad un capo carismatico. Quindi nell'esercito romano ora composto in buona parte da barbari si seguiva più il generale, capo, imperatore di turno che non la fedeltà all'impero come concetto in sé.
un'altra idea è che oltre al prestigio di essere considerati come parte dell'impero questi barbari nell'esercito fossero più interessati al saccheggio, al bottino, alle razzie di quanto non fossero i soldati romani: questo renderebbe la loro fedeltà molto labile, e pronti a seguire qualsiasi capo/generale/imperatore che li avrebbe arricchiti.
martedì 4 febbraio 2025 08:
Manca purtroppo una stima del numero di fedeli nel I sec. d.C. ma sappiamo molto sul loro status sociale. La nuova religione ebbene prese inizialmente soprattutto su:
Dall'altro lato però questo significò o accelerò sensibilmente il disfacimento delle grandi proprietà romana.
Le persecuzioni dei cristiani nell'Impero romano si basavano su comportamenti caratterizzati da aggressività poiché la religione cristiana veniva considerata un crimine contro lo stato. Molti proclamarono comunque la propria fede accettando la prigionia, le torture, le deportazioni e anche la morte tanto che i martiri furono migliaia, sebbene il numero reale sia difficile da calcolare. Le persecuzioni iniziarono molto presto, e le comunità cristiane divennero il capro espiatorio preferito. Sono troppo numerose per soffermarci su tutte, ecco le più importanti, per motivi di grandezza o di significato: Senza essere una vera e propria persecuzione, nel 64 d.C. l'imperatore Nerone dette la colpa ai cristiani per la diffusa povertà e criminalità di Roma. 257 d.C.: persecuzione dell'imperatore Valeriano con un editto che imponeva a vescovi, preti e diaconi di sacrificare agli dèi, pena l'esilio.
303 d.C.: persecuzione di Diocleziano che ordinava: a) il rogo dei libri sacri, la confisca dei beni delle chiese e la loro distruzione; b) il divieto per i cristiani di riunirsi e di tentare qualunque tipo di difesa in azioni giuridiche; c) la perdita di carica e privilegi per i cristiani di alto rango, l'impossibilità di raggiungere onori ed impieghi per i nati liberi, e di poter ottenere la libertà per gli schiavi; d) l'arresto di alcuni funzionari statali.
Agli inizi del IV sec. Però i cristiani erano ormai troppo numerosi e potenti: anche tra le più alte sfere dell'impero vi erano cristiani praticanti (es. il futuro imperatore Costantino). Le persecuzioni persero via via di intensità, fino al 313 d.C. (editto di Milano) quando l'imperatore Costantino consentì la libertà di culto. Nel 380 d.C., neanche ottant'anni dopo, l'imperatore Teodosio, proibisce i culti pagani rendendo di fatto il cristianesimo religione ufficiale dell'impero. Inoltre dobbiamo anche osservare il lessico del cristianesimo dei primi secoli: i membri di questa nuova setta usavano un lessico attinto da quello famigliare (padre, fratello, sorella…) e questo ad indicare che, in un periodo di forte crisi della famiglia tradizionale romana di cambiamento dei costumi (il famoso mos maiorum), la nuova religione si stava di fatto infiltrando nel tessuto sociale, soppiantando i legami famigliari ormai sempre più deboli, oltre ad uno stato assente e fiacco.
C'è però un altro importantissimo elemento da tenere a mente, cioè quello interno e che è profondamente legato alle cause e alle trasformazioni socio economiche dell'impero a partire dalla metà del III secolo. Nei primi due secoli dell'Impero romano lo sviluppo dell'economia si era basato essenzialmente sulle conquiste militari, che avevano procurato terre da distribuire ai legionari o ai ricchi senatori, merci da commerciare e schiavi: ma le terre da conquistare prima o poi si esauriscono e la fase espansionistica di Roma finisce agli inizi del III secolo. L'Impero romano a quel punto si dimostrò incapace di realizzare uno sviluppo economico e della produzione agricola non dipendente dalle conquiste e dallo sfruttamento degli schiavi. Inoltre, le guerre civili e le scorrerie barbariche che come abbiamo visto cominciarono a imperversare dal III secolo, devastarono anche le regioni più fertili. Il risultato fu che le campagne cominciarono a spopolarsi (fenomeno degli agri deserti ), anche perché i piccoli proprietari terrieri, che già non se la passavano bene, dovevano affrontare da una parte i costi dovuti al mantenimento di interi eserciti che transitavano sui loro territori, dall'altra un peso fiscale diventato sempre più intollerabile. Non essendo disponibili le macchine moderne, l'unico modo di rimettere in produzione le terre abbandonate era, per i proprietari terrieri, quello di passare a un nuovo rapporto di produzione che non comportasse i costi della schiavitù (gli schiavi erano sempre a rischio di ribellione ed in ogni caso il loro mantenimento era un costo), ma ne mantenesse i vantaggi. Questo nuovo rapporto fu appunto il colonato : la sostituzione degli schiavi con lavoratori " liberi " o coloni , legati al padrone da un rapporto contrattuale di affittanza, non di servitù. Il colonato continuerà nel medioevo con il nome di servitù della gleba.
venerdì 24 gennaio 2025 09:
35 d.C. (circa): primo contatto col cristianesimo a Roma. 117 d.C.: apice dell'estensione dell'impero romano. 235 - 284 d.C.: crisi del III secolo/anarchia militare 313 d.C.: editto di Milano con cui l'imperatore Costantino I concede la libertà di culto ai cristiani. 378 d.C.: battaglia di Adrianopoli: i Goti annientano l'esercito romano guidato dall'imperatore Valente 380 d.C.: editto di Tessalonica con cui l'imperatore Teodosio proclama il cristianesimo religione ufficiale. 395 d.C.: divisione dell'impero romano in due pars , occidentis e orientis , alla morte di Teodosio. 410: sacco di Roma per opera dei Visigoti di Alarico. 476 d.C.: data convenzionale per la caduta dell'impero romano d'Occidente.
venerdì 24 gennaio 2025 09: