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Foscolo riassunti di alcune delle sue opere, Apuntes de Literatura Italiana

riassunto di : Zacinto , morte del fratello Giovanni ecc ecc

Tipo: Apuntes

2022/2023

Subido el 05/02/2023

alberto_angela234
alberto_angela234 🇮🇹

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DEI SEPOLCRI
Questo carme esprime tutta la poetica civile, sociale e morale del Foscolo
Il Carme si apre con una visione malinconica dominata dall'ineluttabilità della morte, del nulla
eterno, dell'inutilità delle tombe. Il Foscolo essendo seguace delle teorie razionalistiche non
credeva nell'immortalità dell'anima e dice che le tombe sono inutili perché l'uomo quando è
morto lo è per sempre, sia fisicamente che spiritualmente. La morte, infatti, oltre a togliergli la
visione delle bellezze naturali, spegne per sempre il cuore, i sogni, il canto e anche la speranza che
è ultima ad abbandonare l'uomo <<fugge i sepolcri>> cioè con la morte fugge definitivamente il
suo conforto. Quindi l'oblio avvolge ogni cosa nella sua profonda oscurità e qui che opera la forza
della natura che distrugge e crea, dal quale nessuno può sfuggire a quel processo di
trasformazione nel corso del tempo. In secondo momento, prevale lo spirito preromantico del
poeta, il quale rovesciando la tesi pessimistica e materialistica rivaluta il valore della tomba in
nome del sentimento e dice che chi lascia eredità di affetti, cioè ha fatto sempre del bene, gli
danno l'illusione di non morire del tutto e di continuare a vivere nel ricordo affettuoso dei propri
cari. Quindi le tombe alimentano, tra i vivi e i morti una suggestiva corrispondenza di amorosi
sensi. Soltanto chi non lascia buona memoria di sé dà poca consolazione della tomba di cui
nessuno avrà cura.
Il poeta sostiene che le tombe abbiano anche un valore storico e religioso, perché l'uomo quando
diventò civile in quanto stabilì delle leggi che regolano la vita in relazione con gli altri uomini stabilì
anche il culto dei morti e le tombe divennero da allora testimonianza delle imprese gloriose degli
antenati e luoghi sacri. Il Foscolo poi passa ad esaltare il valore politico e nazionale delle tombe,
celebra Firenze per la bellezza del paesaggio, per essere stato culla di poeti ma soprattutto per il
privilegio di custodire nella chiesa di S. Croce le tombe dei nostri grandi da Machiavelli a
Michelangelo a Galilei. Queste tombe secondo il poeta sono il vanto maggiore della città: "Esse
testimoniano un passato glorioso e lo immortalano nel tempo, e insieme ci danno l'ispirazione e la
fede nel futuro. Infatti attraverso i sepolcri di S. Croce, riviviamo idealmente l'antica nostra
grandezza e sentiamo che essa tornerà a rifiorire. Se saremo capaci di raccogliere il monito degli
eroi che dalla loro urna ci invitano a ripetere le loro memorabili imprese. Venerando le reliquie di
quei forti riacquistiamo la speranza delle sorti della patria e impariamo la via dell'immortalità che
si consegua con le opere magnanime, il cui ricordo è sacro.
Il Foscolo dopo aver esaltato le tombe per motivi storico-religiosi e patriottici le celebra per motivi
poetici, perché ispirano nei poeti i canti che glorificano le gesta degli eroi rendendoli immortali.
A ZACINTO
Fu scritto dal Foscolo a Milano nel 1802-1803. Foscolo era deluso da Napoleone in Italia e
sconfortato dalla mancanza di una patria. Foscolo pensa all'isola greca dove è nato e la celebra
come patria ideale, come immagine perfetta di bellezza ispiratrice, così come ispirò il canto di
Omero, Foscolo vede nei miti greci il suo destino e si riconosce in Ulisse. Descrive il presentimento
di Foscolo di morire esule, ma anche la certezza che la sua poesia sarà ricordata per sempre. Gli
elemento poetici sono neoclassici per la mitologia e lo stile armonico e pre-romantici per l'esilio e
il desiderio di affetti. I temi trattati sono l'esilio e la morte lontano dalla famiglia.
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DEI SEPOLCRI

Questo carme esprime tutta la poetica civile, sociale e morale del Foscolo

Il Carme si apre con una visione malinconica dominata dall'ineluttabilità della morte, del nulla eterno, dell'inutilità delle tombe. Il Foscolo essendo seguace delle teorie razionalistiche non credeva nell'immortalità dell'anima e dice che le tombe sono inutili perché l'uomo quando è morto lo è per sempre, sia fisicamente che spiritualmente. La morte, infatti, oltre a togliergli la visione delle bellezze naturali, spegne per sempre il cuore, i sogni, il canto e anche la speranza che è ultima ad abbandonare l'uomo <> cioè con la morte fugge definitivamente il suo conforto. Quindi l'oblio avvolge ogni cosa nella sua profonda oscurità e qui che opera la forza della natura che distrugge e crea, dal quale nessuno può sfuggire a quel processo di trasformazione nel corso del tempo. In secondo momento, prevale lo spirito preromantico del poeta, il quale rovesciando la tesi pessimistica e materialistica rivaluta il valore della tomba in nome del sentimento e dice che chi lascia eredità di affetti, cioè ha fatto sempre del bene, gli danno l'illusione di non morire del tutto e di continuare a vivere nel ricordo affettuoso dei propri cari. Quindi le tombe alimentano, tra i vivi e i morti una suggestiva corrispondenza di amorosi sensi. Soltanto chi non lascia buona memoria di sé dà poca consolazione della tomba di cui nessuno avrà cura. Il poeta sostiene che le tombe abbiano anche un valore storico e religioso, perché l'uomo quando diventò civile in quanto stabilì delle leggi che regolano la vita in relazione con gli altri uomini stabilì anche il culto dei morti e le tombe divennero da allora testimonianza delle imprese gloriose degli antenati e luoghi sacri. Il Foscolo poi passa ad esaltare il valore politico e nazionale delle tombe, celebra Firenze per la bellezza del paesaggio, per essere stato culla di poeti ma soprattutto per il privilegio di custodire nella chiesa di S. Croce le tombe dei nostri grandi da Machiavelli a Michelangelo a Galilei. Queste tombe secondo il poeta sono il vanto maggiore della città: "Esse testimoniano un passato glorioso e lo immortalano nel tempo, e insieme ci danno l'ispirazione e la fede nel futuro. Infatti attraverso i sepolcri di S. Croce, riviviamo idealmente l'antica nostra grandezza e sentiamo che essa tornerà a rifiorire. Se saremo capaci di raccogliere il monito degli eroi che dalla loro urna ci invitano a ripetere le loro memorabili imprese. Venerando le reliquie di quei forti riacquistiamo la speranza delle sorti della patria e impariamo la via dell'immortalità che si consegua con le opere magnanime, il cui ricordo è sacro. Il Foscolo dopo aver esaltato le tombe per motivi storico-religiosi e patriottici le celebra per motivi poetici, perché ispirano nei poeti i canti che glorificano le gesta degli eroi rendendoli immortali.

A ZACINTO

Fu scritto dal Foscolo a Milano nel 1802-1803. Foscolo era deluso da Napoleone in Italia e sconfortato dalla mancanza di una patria. Foscolo pensa all'isola greca dove è nato e la celebra come patria ideale, come immagine perfetta di bellezza ispiratrice, così come ispirò il canto di Omero, Foscolo vede nei miti greci il suo destino e si riconosce in Ulisse. Descrive il presentimento di Foscolo di morire esule, ma anche la certezza che la sua poesia sarà ricordata per sempre. Gli elemento poetici sono neoclassici per la mitologia e lo stile armonico e pre-romantici per l'esilio e il desiderio di affetti. I temi trattati sono l'esilio e la morte lontano dalla famiglia.

ALLA SERA

Il tema centrale della lirica è quindi la contemplazione della pace che porta la sera. Finalmente in quest’ora della giornata il poeta riesce a calmare il suo spirito romantico e a riflettere sulla propria vita. La riflessione diventa poi generale e si sposta sulla vita, sul tempo moderno che è pieno di affanni, come viene qui definito. Il tema della sera e della sua quiete è un topos letterario , perché utilizzato sin dall’antichità da numerosi autori: per definizione, la sera è infatti il momento della giornata in cui ci si più fermare a pensare. Soprattutto, alla sera si cerca un po’ di pace dopo i problemi affrontati durante la giornata. Foscolo, a causa della sua vita travagliata, esalta in questo sonetto il suo desiderio di ritrovare la pace spirituale. Essa per lui può essere raggiunta in maniera definitiva solo con la morte, il nulla eterno che, però, non lo spaventa. L’autore ci regala così un capolavoro della letteratura italiana, improntato su un tema classico ma rivisto in chiave moderna, attraverso l’esaltazione degli ideali illuministi che hanno sempre contraddistinto il pensiero foscoliano. Alla sera è una rielaborazione del sonetto classico petrarchesco. Nelle quartine vi sono le premesse di ciò che verrà detto nelle terzine. Nelle due quartine (vv. 1-8) vengono presentate tutte le circostanze che accompagnano l’arrivo della sera: sia che essa arrivi in una stagione calma, sia nella stagione invernale. Qui prevalgono quindi le sensazioni descrittive. Il primo verso, inoltre, inizia con forse , come se il poeta volesse continuare in questo componimento un suo ragionamento iniziato precedentemente.

MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI

Il sonetto è stato composto sicuramente dopo la primavera del 1803 ed è dedicato alla morte del fratello del poeta, Gian Dionisio detto Giovanni. Questi si tolse la vita con un pugnale l’8 dicembre 1801 mentre era soldato a Venezia. Giovanni Foscolo , fratello maggiore (nato a Zante il 27 febbraio 1781) di Ugo, scelse di suicidarsi perché aveva pagato un debito di gioco con del denaro sottratto alla cassa dell’esercito. Questo fu un avvenimento molto doloroso per il poeta, che – oltre alla poesia In morte del fratello Giovanni – affronta l’argomento soprattutto nel suo epistolario. La struttura del sonetto è ben definita. Nella prima quartina vengono introdotti subito i due temi principali: l’esilio e la morte dell’amato fratello. Nella seconda quartina viene introdotto il terzo personaggio della lirica: la madre che piange per la morte del figlio. Nella prima terzina il poeta esprime tutti i suoi affanni e le pene del suo animo. Nella seconda terzina egli rovescia la visione negativa della morte, che diventa così un luogo di pace, che il poeta vuole raggiungere. Il modello a cui si ispira Foscolo è il Carme 101 di Catullo. I primi versi corrispondono ad una perfetta traduzione dei versi del poeta latino (traduzione del carme di Catullo: “ Condotto per molte genti e molti mari, sono giunto a queste tue tristi spoglie, o fratello “). Foscolo, però, non si limita a copiare o citare i versi di Catullo, ma li reinterpreta in chiave moderna, aggiungendovi maggiore pathos e sentimento, perché dubita che possa mai tornare sulla tomba del fratello. è uno dei più intensi della produzione dell’autore. Qui Ugo Foscolo mette in evidenza il tema dell’esilio, che provocherà sempre un dolore in lui Si tratta di un sonetto intenso e struggente , nel quale Foscolo utilizza il tema della morte del fratello Giovanni per esprimere il dolore per il suo esilio e i suoi affanni.. Spicca però l’importanza della famiglia: questo è il valore che consola il poeta, in particolare la figura della madre, che crea una connessione tra lui e il fratello morto.