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Il processo di transizione psicologica che ogni studente attraversa all'inizio e durante il percorso universitario, identificando le sfide e i cambiamenti da affrontare. Vengono presentati i sette stadi della transizione e i relativi tipi di sfide, come quelle accademiche, personali, sociali, amministrative e geografiche. Inoltre, vengono esplorati i quattro tipi di apprendimento di honey e munford e i metodi per favorire lo studio efficacemente. Il documento incoraggia lo studio riflessivo e la scrittura riflessiva come strumenti per migliorare l'apprendimento.
Typology: Study notes
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L’apprendimento
L’apprendimento è innanzi tutto la promozione di una nuova conoscenza dovuta ad un cambiamento o ad una esperienza che comporta nuovi schemi. Quando si inizia qualcosa di nuovo,come ad esempio l’esperienza universitaria, e dunque un cambiamento, entrano in atto diversi processi psicologici in cui ogni individuo ripensa a se stesso, riflettendo i propri stati d’animo o le possibili sfide da affrontare durante il percorso. L’argomento affrontato durante il seminario riguarda proprio il cambiamento subito da uno studente quando intraprende il nuovo percorso universitario. Il cambiamento è dunque un evento legato ad una situazione particolare: un nuovo luogo, una nuova struttura, un nuovo ruolo, delle nuove regole. Durante questo cambiamento ognuno di noi attraversa una sorta di Transizione, ovvero quel processo psicologico che le persone attraversano quando devono adattarsi per cominciare a vivere il cambiamento. Sperimentare il cambiamento è un atto importante, da un punto di vista scientifico, per individuare il problema, formulare delle ipotesi e verificare la validità o meno dell’ipotesi. Il nostro comportamento dovrebbe procedere attraverso la sperimentazione, assumendo dunque un atteggiamento riflessivo quando ci troviamo in situazioni problematiche a cui non sappiamo dare una risposta. La transizione attraversa sette stadi: immobilizzazione, reazione di gioia o disperazione, dubbi o minimazione, accettazione e lasciare andare il passato, testare, cercare il significato, integrare (o interiorizzare il cambiamento). Queste fasi interessano noi studenti universitari all’inizio del percorso, ma anche durante, in cui ci si trova ad affrontare anche delle sfide. Quest’ultime possono essere elencate in: sfide accademiche, riferite al percorso di studio intrapreso e attuare il metodo migliore di studio, sfide personali e sociali in quanto si entra in contatto con nuove persone e dunque bisogna gestire un equilibrio di studio/vita, sfide amministrative che si riferiscono a nuove procedure di informazioni riguardanti il corso di laurea, e infine sfide geografiche legate al luogo, in cui lo studente può trovarsi fuori sede e dunque adattarsi ad una nuova città e cultura. Noi studenti, nel seguire il seminario siamo, spesso, stati chiamati a rispondere delle argomentazioni riguardanti queste sfide o questi stadi di transizione per comprendere al meglio in che modo abbiamo, stiamo e dovremmo affrontare l’esperienza universitaria, un’esperienza che senza dubbio porta con se nuovi apprendimenti, ma soprattutto cambiamenti adattivi che evidenziano la differenza con il contesto scolastico che prevedeva un approccio meno autonomo e più schematizzato, seguito da prove intermedie per verificare il grado di apprendimento. Ciò che fa la differenza è adottare un buon metodo di studio, imparare ad imparare. Un interrogativo a cui siamo stati chiamati a rispondere riguarda il tipo di apprendimento in cui noi studenti ci rispecchiamo di più. In uno studio effettuato Honey e Munford emergono quattro tipi di apprendimento: attivista per chi apprende in nuove situazioni e agisce senza pensare, riflessivo per chi invece pensa a come agire ed impara riflettendo sull’attività, teorico per chi impara meglio dall’esperienza quando è
intellettualmente stimolato quindi scoprire concetti e argomentazioni logiche ed infine troviamo l’apprendimento pragmatico che riesce ad imparare meglio attraverso schemi ed esempi o problemi concreti da risolvere. Ognuno di noi dunque può rispecchiarsi in queste tipologie. Adottare e verificare quali sono le strategie più adeguate per un apprendimento è possibile attraverso un’osservazione del proprio grado di concentrazione e di apprendimento. Uno studio condotto da Rotthingam evidenzia alcuni metodi più efficaci per favorire l’apprendimento e dunque lo studio, quali: la gestione del tempo, buon posto per studiare senza distrazione, eseguire un ripasso ecc. L’attività di apprendimento può essere dettata da un atteggiamento riflessivo. Riflettere significa sviluppare dei processi di pensiero, guardarsi allo specchio monitorando ciò che succede. Lo specchio stesso può essere inteso come una funzione che dirige il senso di autoconsapevolezza e auto osservazione. Un altro metodo di auto osservazione riscontrato durante l’argomentazione è la scrittura riflessiva, un mezzo che aiuta a collegare le nostre idee tra loro e dare significato a ciò che vediamo e alle nostre esperienze. Scrivere qualcosa di personale è una forma di auto osservazione, di scrittura onesta che conduce ad un livello profondo di riflessione e inoltre assume anche delle funzioni benefiche, ad esempio il diario riflessivo permette di esprimere i nostri sentimenti, pensieri e problematiche interne senza la paura di essere giudicati, dunque liberarsi da conflitti interni e confidarsi con se stessi. Bolton esprime che vi sono cinque passi riguardanti la scrittura riflessiva tra cui: scrivere senza soffermarsi a ricontrollare, pensare ad una esperienza e scriverla, leggerla e considerare le proprie reazioni, condividere ciò che si è scritto con qualcun altro, e sviluppare il proprio lavoro scrivendo da un’altra prospettiva.