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Riassunto cap. 9-10 dal libero io non ho paura
Typology: Cheat Sheet
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Niccolò Ammaniti, Io no ho paura Riassunto dei capitoli 9 – 10 CAPITOLO 9 (pp. 178 – 191) Il capitolo si apre con grosse nuvole all’orizzonte che annunciano la pioggia. La lunga estate torrida e secca volge al termine. Aspettando la pioggia i bambini si ritrovano a cercare un nuovo gioco e alla fine accettano, dopo alcune esitazioni, la proposta del Teschio di tornare alla casa abbandonata per esplorarla. Mentre i bambini arrancano in bicicletta per raggiungere la collina il cielo si fa sempre più nero e le nuvole diventano più grosse e cupe. Si sentono i primi tuoni. Michele è combattuto tutto il tempo: ha giurato al padre di non tornare più dal bambino, ma ha fatto anche al suo amico la promessa di tornare a trovarlo. Sa che vedere ancora Filippo può significare la sua morte, ma non può resistere all’attrazione che la collina esercita su di lui. Il temporale scoppia prima che i bambini siano arrivati alla casa. La pioggia si rovescia con tutta la violenza di un temporale di fine estate sulla terra asciutta. Completamente zuppi, mentre infuriano fulmini e tuoni, i bambini si rifugiano nella casa abbandonata. Con un trucco Michele riesce ad allontanare gli altri. Rimasto solo vuole andare da Filippo, ma il buco ora è vuoto. In suo aiuto viene Salvatore: ha sentito che i grandi hanno portato il bambino nella gravina di Melichetti. Veloce come è scoppiato, il temporale passa e lascia l’aria pulita e limpida e l’odore di erba e di terra bagnata. Gli uccelli riprendono a cantare. Michele vede per la prima volta il mare all’orizzonte. Non si sentono più i tuoni, ma ora è il rumore assordante di due elicotteri dei Carabinieri che riempie il cielo di Acqua Traverse. Gli elicotteri scompaiono presto all’orizzonte, ma la loro breve apparizione è bastata a gettare nel panico i grandi che si rifugiano spaventati a casa di Salvatore. I bambini sono soli e si chiedono che cosa sta succedendo. Michele prende per mano la sorella e la porta a casa a dormire. CAPITOLO 10 (pp. 192 – 219) I grandi sono riuniti la sera tardi a casa di Michele e litigano. I bambini vengono svegliati dalle loro urla e dal rumore. Michele ascolta dietro la porta: qualcosa non è andato come doveva e ora i grandi devono decidere cosa fare. Il padre di Michele vorrebbe restituire il bambino ai suoi genitori, ma Sergio ha deciso: il bambino deve morire. Sarà il tocco del soldato a decidere chi lo ammazzerà. Michele ha sentito abbastanza, ora deve andare da Filippo. Esce dalla finestra e prende la Scassona per andare alla fattoria di Melichetti. Il cielo è buio come l’inchiostro e Michele pensa a Tiger Jack per farsi coraggio. I rumori della notte lo accompagnano come presenze minacciose e paurose per tutta la strada. Michele ripensa anche alle storie terribili che si raccontano sui maiali di Melichetti e in un crescendo di paura arriva alla gravina. Ora deve trovare Filippo prima che vengano ad ammazzarlo, ma non è cosa facile. La gravina è piena di buchi e Filippo può essere dovunque. E’ una civetta che cerca i suoi piccoli ad aiutare Michele a trovare il buco giusto. Filippo è legato e imbavagliato e non ha più forze. Michele lo libera, ma scendendo nel buco si è ferito a un piede. Se Filippo non lo aiuta non ce la farà mai a tirarlo fuori di lì. E i grandi stanno arrivando, non c’è tempo da perdere. Raccogliendo tutte le sue forze Michele riesce a spingere Filippo fuori dal buco, ma la ferita alla gamba gli impedisce di seguirlo. Michele riesce a fatica a convincere l’amico a mettersi in salvo. Appena in tempo. Una pistola si affaccia nel buco. Michele si ritrova ferito in braccio al padre. Luci, figure nere, il rombo di un elicottero e la voce del padre.