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MANAGEMENT DELLE IMPRESE INTERNAZIONALI
LEZIONE 2 (08/02)
LA GLOBALIZZAZIONE E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
Globalizzazione e le implicazioni per il mondo delle imprese, come ha cambiato il modo di fare business
Quali sono le tendenze a livello globale che hanno influenzato decisioni strategiche e comportamenti delle imprese.
Globalizzazione: interconnessione e interdipendenza tra contesti geografici differenti, caratterizzata
da libero scambio di beni, servizi, informazioni, capitali e persone. Comprende l’integrazione di
economie e culture, guidata dal commercio, dagli investimenti e dalla diffusione della tecnologia.
Le dinamiche internazionali rilevanti per l’impresa
1. La dimensione internazionale dei mercati (visione dal punto di vista della domanda).
Mercato si riferisce alle persone/consumatori quindi i consumatori si stanno
internazionalizzando. Il mercato di riferimento di un’azienda che opera a livello
internazionale è aumentato perché delle aree geografiche prima secondarie (dal punto di vista
delle opportunità commerciali) hanno assunto maggiore importanza. Es. Cina e India, erano possibili location
dove delocalizzare le aziende per ottenere vantaggi di costo, oggi sono mercati target).
Quindi ci sono nuove aree geografiche e un trend di consumo che deriva dalla
globalizzazione.
L’interdipendenza e interconnessione ha generato omogeneizzazione della domanda è
frequente osservare bisogni simili, abitudini di acquisto e consumo simili tra consumatori
provenienti da aree geografiche distanti. Questo perché la globalizzazione ha contribuito alla
creazione di segmenti di domanda transnazionale .
Segmenti transnazionali: gruppi di consumatori con caratteristiche omogenee appartenenti
a più aree geografiche. Es. teenager, ci sono differenze a livello territoriale ma a livello globale hanno
caratteristiche comuni perché sono esposti a stimoli simili...
Allo stesso tempo, la domanda a livello globale si sta sempre più segmentando,
specializzando e portando alla diffusione delle nicchie globali.
A sx poltrone dedicate a mercato di largo consumo; a dx poltrone dedicate a mercato di nicchia.
Nicchia di mercato: gruppi di consumatori con bisogni specifici, differenti dalla generalità
del mercato, disposti a pagare un premium price per vedere i propri bisogni soddisfatti. La
strategia sottostante è quella di focalizzazione (generare un vantaggio competitivo tramite vantaggio di costo
o di differenziazione). L’elasticità della domanda al prezzo è molto bassa.
Le nicchie di mercato si sono internazionalizzate (nicchie di mercato globali), infatti si osservano
aree di mercato molto ristrette, ad elevata specializzazione, che sono presenti a livello
transnazionale. Una caratteristica delle strategie di focalizzazione è l’area ristretta di mercato
che oggi si vede moltiplicata per n contesti geografici (è area limitata di mercato ma assume dimensioni
più grandi).
L’impatto della globalizzazione sul mercato è un allargamento del mercato di
riferimento: nuove aree geografiche, consumatori che hanno bisogni omogenei a livello
transnazionale, opportunità di business e nicchie di mercato con dimensione globale.
Es. di nicchia di mercato globale. Cibo per animali vegano. Area ristretta nel mercato composta da consumatori interessati
al benessere dell’animale, dell’ambiente
È facile individuare la presenza delle opportunità per le imprese ma entrare e sviluppare una
presenza in un mercato estero non è semplice e banale, sia per un tema di dimensione
aziendale che di strategie.
Es. La Cina è oggi un mercato principale di destinazione di alcuni business ma questo non vuol dire che tutte le imprese
sono in grado di cogliere queste opportunità.
Es. articolo in cui si ragiona sul mercato cinese che ha un’estensione geografica enorme e che in realtà consiste in una
pluralità di mercati a partire dalle città che si stanno evolvendo e le aree urbane in cui il mercato ha caratteristiche
differenti.
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MANAGEMENT DELLE IMPRESE INTERNAZIONALI

LEZIONE 2 (08/02)

LA GLOBALIZZAZIONE E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

Globalizzazione e le implicazioni per il mondo delle imprese, come ha cambiato il modo di fare business Quali sono le tendenze a livello globale che hanno influenzato decisioni strategiche e comportamenti delle imprese. Globalizzazione : interconnessione e interdipendenza tra contesti geografici differenti, caratterizzata da libero scambio di beni, servizi, informazioni, capitali e persone. Comprende l’integrazione di economie e culture, guidata dal commercio, dagli investimenti e dalla diffusione della tecnologia. Le dinamiche internazionali rilevanti per l’impresa

  1. La dimensione internazionale dei mercati (visione dal punto di vista della domanda). Mercato si riferisce alle persone/consumatori  quindi i consumatori si stanno internazionalizzando. Il mercato di riferimento di un’azienda che opera a livello internazionale è aumentato perché delle aree geografiche prima secondarie (dal punto di vista delle opportunità commerciali) hanno assunto maggiore importanza. Es. Cina e India, erano possibili location dove delocalizzare le aziende per ottenere vantaggi di costo, oggi sono mercati target). Quindi ci sono nuove aree geografiche e un trend di consumo che deriva dalla globalizzazione. L’interdipendenza e interconnessione ha generato omogeneizzazione della domanda  è frequente osservare bisogni simili, abitudini di acquisto e consumo simili tra consumatori provenienti da aree geografiche distanti. Questo perché la globalizzazione ha contribuito alla creazione di segmenti di domanda transnazionale. Segmenti transnazionali : gruppi di consumatori con caratteristiche omogenee appartenenti a più aree geografiche. Es. teenager, ci sono differenze a livello territoriale ma a livello globale hanno caratteristiche comuni perché sono esposti a stimoli simili... Allo stesso tempo, la domanda a livello globale si sta sempre più segmentando, specializzando e portando alla diffusione delle nicchie globali. A sx poltrone dedicate a mercato di largo consumo; a dx poltrone dedicate a mercato di nicchia. Nicchia di mercato : gruppi di consumatori con bisogni specifici, differenti dalla generalità del mercato, disposti a pagare un premium price per vedere i propri bisogni soddisfatti. La strategia sottostante è quella di focalizzazione (generare un vantaggio competitivo tramite vantaggio di costo o di differenziazione). L’elasticità della domanda al prezzo è molto bassa. Le nicchie di mercato si sono internazionalizzate ( nicchie di mercato globali ), infatti si osservano aree di mercato molto ristrette, ad elevata specializzazione, che sono presenti a livello transnazionale. Una caratteristica delle strategie di focalizzazione è l’area ristretta di mercato che oggi si vede moltiplicata per n contesti geografici (è area limitata di mercato ma assume dimensioni più grandi). L’impatto della globalizzazione sul mercato è un allargamento del mercato di riferimento : nuove aree geografiche, consumatori che hanno bisogni omogenei a livello transnazionale, opportunità di business e nicchie di mercato con dimensione globale. Es. di nicchia di mercato globale. Cibo per animali vegano. Area ristretta nel mercato composta da consumatori interessati al benessere dell’animale, dell’ambiente È facile individuare la presenza delle opportunità per le imprese ma entrare e sviluppare una presenza in un mercato estero non è semplice e banale, sia per un tema di dimensione aziendale che di strategie. Es. La Cina è oggi un mercato principale di destinazione di alcuni business ma questo non vuol dire che tutte le imprese sono in grado di cogliere queste opportunità. Es. articolo in cui si ragiona sul mercato cinese che ha un’estensione geografica enorme e che in realtà consiste in una pluralità di mercati a partire dalle città che si stanno evolvendo e le aree urbane in cui il mercato ha caratteristiche differenti.

Le differenti performance delle imprese occidentali in Cina non sono sempre da ricondursi ad aspetti esogeni alle imprese, ma spesso sono il frutto di diverse strategie di entrata in quel mercato. Azienda Best Buy e AMD a metà degli anni 2000 entrano in Cina e adottano due approcci diversi. Best Buy decide di puntare sulla crescita dei centri urbani; AMD decide di far riferimento alle persone che provengono dalle aree rurali e ha dovuto adattare il business creando prodotti low cost che siano affordable dal mercato di riferimento. Best Buy nel 2011 è uscita dal mercato per perdite e AMD ha avuto successo enorme per la strategia alternativa  differenti strategie di penetrazione in un mercato geografico comportano esiti opposti. Best Buy credeva di puntare sul cavallo giusto investendo massivamente nelle grandi città ma ha sottovalutato la grande concorrenza sia dai player locali e anche altre aziende internazionali. AMD ha trovato un modo di evitare la concorrenza concentrandosi su un mercato secondario ma considerando la grande estensione geografica della Cina e la numerosità della popolazione questo ha generato numeri importanti in termini di performance. Tantissime persone che se solo il 10% delle persone compra il prodotto genera 200 mln di guadagno.  adottare una diversa strategia di entrata può portare a risultati molto diversi. L’apertura internazionale dei mercati è opportunità o minaccia per le imprese? L’azienda ha grandi opportunità di espansione all’estero ed estendere i propri volumi di affari verso nuove aree geografiche e acquisire una posizione estera ( opportunità ). Allo stesso tempo però, le aziende estere potrebbero essere interessati ad entrare nel nostro mercato di origine  i confini nazionali non sono più barriere all’entrata. I confini sono crollati con la globalizzazione  minacce che l’azienda subisce dall’esterno di nuovi entranti nel mercato e al tempo stesso opportunità.

  1. La concorrenza (visione dal punto di vista dell’offerta) Rapida affermazione di concorrenti provenienti da economie emergenti o in transizione  aree geografiche di riferimento sono cambiate. I player internazionali fino a 15-20 anni erano imprese occidentali (europee e statunitensi). Oggi i player internazionali fanno riferimento anche a aree geografiche secondarie (paesi in via di sviluppo - economie emergenti – e economie in transizione). NB. economie emergenti : hanno tasso di crescita del pil maggiore rispetto alla media dei paesi avanzati  stanno crescendo più rapidamente. Ma se si vede il pil pro capite (ricchezza distribuita fra i singoli individui) la media è inferiore rispetto a quella dei paesi avanzati. Es. Indica; Cina è un paese cresciuto, la ricchezza è cresciuta ma ci sono differenze sociali significative. economie in transizione : sono paesi dell’ex unione sovietica che sono passati da economia centralizzata- statalizzata a forme di economia di mercato. es. fortune 500 è una lista stilata da un magazine sulle 500 imprese più grandi al mondo sulla base del fatturato. Questa classifica fino al 2020 era largamente dominata da imprese statunitensi. Dal 2020 si è creata una rivoluzione per cui il numero di imprese cinesi ha superato quello di imprese statunitensi e alcune di quelle cinesi sono arrivate nella top 3. Es. Shein. Problematiche etiche: condizioni dei lavoratori e impatto ambientale del business (genera clothing pollution). È la seconda app più utilizzata al mondo dopo Amazon. Punto di forza della strategia dell’azienda: costi bassi per cui possono praticare prezzi bassi  dovuti a bassi costi della manodopera, economie di scala, materie prime di bassa qualità, ricerca e sviluppo (hanno incredibile capacità di copiare: hanno consulenti e sistemi di AI che riescono a captare i nuovi trend e di copiarli immediatamente  l’utente trova in un tempo breve un campo di abbigliamento o oggetto di design simile), non hanno negozi fisici. Questo modo di fare business sta cambiando le regole del gioco del mondo del fast fashion perché ha portato ha riposizionamento delle aziende del fast fashion. Zara ha migliorato lo stile, la qualità, aumentando il prezzo, ha cambiato immagine (punto vendita, sito)  riposizionamento verso l’alto. L’avvento di shein ha fatto si che il fast fashion si sia spostato o verso l’alto o verso il basso. H&M sta perdendo tantissimo perché si è ritrovato nella situazione stuck in the middle, cioè non è riuscito a riposizionarsi e si trova in una via di mezzo che per il consumatore di riferimento risulta meno attraente. L’entrata di nuovi player da nuove aree geografiche ha impattato sulle imprese provenienti dalle economie avanzate che dominavano l’industria e dettavano le regole dell’industria. La globalizzazione ha internazionalizzato il mercato (1), l’offerta/la concorrenza (2) 3. Le attività produttive e la loro internazionalizzazione L’internazionalizzazione prevede che l’impresa venda all’estero e possa valutare, qualora i mercati esteri assumano consistenza significativa per l’azienda, la realizzazione di
  • Ripensare i processi di assunzione internazionale , considerando l’inserimento della diversità nell’azienda, nei processi di assunzione bisogna ragionare in ottica di eterogeneità, cioè far si che il capitale umano colga il meglio dai differenti modi di essere  gestione delle problematiche e delle potenzialità delle diversità. Es. Microsoft fa programma di assunzione di persone nello spettro autistico. Impatto positivo su immagine e reputazione dell’azienda. Volontà di valorizzare talenti nascosti in queste persone, però non basta solo assumere una piccola quota di persone e inserirle in azienda. Bisogna fare percorso di training, di accompagnamento per metterle nella condizione di dare il massimo, rivedere i modi in cui le persone sono valutate nell’assunzione perché potrebbero avere ostacoli nel processo di recruiting tradizionale. ES: un esempio di problematica da gestire è quella relativa alla retribuzione, i dipendenti nella sussidiaria dovrebbero essere retribuiti secondo gli standard del paese estero o del paese d’origine? Per realizzare al meglio la diversity management è divenuto sempre maggiore l’utilizzo di strumenti per rafforzare la condivisione di valori e il senso di appartenenza (comunicazione aziendale interna, grandi convention per riunire i manager di tutti i paesi, ecc.) Diversity management è un fattore di competitività. Le fonti della diversità sono:
  • Genere
  • Etnia
  • Religione
  • Orientamento politico
  • Cultura
  • Disabilità
  • Modi di pensare
  • Differenze generazionali Mobilità internazionale : il capitale umano può essere trasferito temporaneamente o in maniera permanente da una sede all’altra. I motivi principali per cui le persone vengono trasferite sono per:
  • trasferire conoscenze e competenze da una sede all’altra  funzione di coordinamento dei grandi gruppi internazionali. Es. inviare persone per formare un team nella sede estera o per trasferire specifiche competenze.
  • controllare cosa una sede estera sta facendo. Es. inviare un manager in una sede estera in un paese emergente o molto diverso dal paese d’origine come watch dog, controllore. Ruolo svolto dagli expat (expatriates), ovvero risorse umane trasferite temporaneamente o per periodi lunghi presso sedi localizzate in altri paesi geografici. Si fa riferimento a forme organizzative multinazionali , cioè le sedi sono in una pluralità di paesi e che fanno scambi di risorse umane per poter far si che l’headquarter possa controllare e coordinare le sussidiarie e le sedi estere  tema dell’internazionalizzazione del capitale umano si lega alle complessità organizzative delle imprese internazionali. Un’impresa che ha uno o più headquarter e una pluralità di sedi estere ha la necessità di svolgere funzioni di controllo e coordinamento. NB. Funzioni di controllo e coordinamento sono svolte tramite varie modalità e una è proprio la mobilità internazionale del capitale umano. La complessità di gestire i trasferimenti Adattamento al nuovo contesto vuol dire:
  1. Adattamento ad un nuovo lavoro , si cambia qualcosa dell’attività lavorativa quotidiana in un’ottica lavorativa orizzontale (cambiare compiti, task) ma anche in un’ottica verticale (cambiano responsabilità e autorità). Per incentivare i dipendenti all’estero si accosta alla richiesta la possibilità di fare un avanzamento di carriera.
  2. Adattamento al nuovo contesto interno/organizzativo , si hanno nuovi colleghi, supervisor, un nuovo team, cambiare routine lavorativa (differenze dovute a differenze culturali, normative e legali).
  1. Adattamento all’ambiente esterno , si cambia paese, cambiano amici, il clima, la casa, il cibo. Tanti elementi che creano nel complesso grande esigenza di adattamento. Scaletta è una semplificazione teorica del processo di adattamento che una persona trasferita in una sede estera attraversa. Ci sono 4 fasi che sono trend comuni (common pattern) che si riscontrano tipicamente (non sono step obbligatori). Possono avere durata diversa ma è probabile che un expat nel suo processo di adattamento al nuovo contesto passi queste fasi. Le fasi sono:
  2. Honeymoon , tutto è nuovo, bello, stimolante e con motivazione. Ha durata limita perché la persona si rende conto di essere lontano da casa, in un contesto distante e di non essere integrato nel contesto nuovo  percepisce distanza dal contesto di origine (nostalgia e mancanza) e dal contesto nel quale si trova. Ha necessità di creare legami forti con le nuove persone che ha incontrato e si rende conto che sono tutte relazioni da costruire  percezione di distacco.
  3. Fase di shock , in cui spesso si verificano rientri prematuri.
  4. Fase di aggiustamento , parlano nuova lingua, hanno nuova cerchia di amici, cambiano abitudini. Iniziano a perdere le abitudini che caratterizzavano vita precedente per avvicinarsi al nuovo contesto.
  5. Fase di mastery : la risorsa umana è parte del nuovo sistema, del nuovo lavoro, della nova organizzazione, del nuovo contesto esterno. È il termine del processo, ha completato i processi di job adatation, di internal environmental adaptation e di external environmental adaptation. Quando nelle logiche aziendali l’expat riesce a portare a termine gli obiettivi? Quando arriva alla fase di mastery. Il successo delle iniziative dipende dalla capacità dell’individuo di superare le sfide e dalla capacità dell’azienda di supportare la persona nel suo percorso internazionale (l’azienda è coinvolta attivamente nel processo di adattamento altrimenti il trasferimento può essere traumatico). Le forme per supportare l’expat sono: - Incentivi monetari - Incentivi di avanzamento di carriera.
    • Supportare l’expat nel processo di adattamento: a. Work adjustment , mitigare le conseguenze dell’adattamento ad un nuovo ambiente lavorativo. es. fornire training, formazione specifica b. Adeguamento generale , per mitigare potenziali problemi legati alla nuova vita del dipendente, es. corsi di lingua per facilitarlo ad adattarsi al ruolo e al contesto nuovi, nuova abitazione, le assicurazioni sanitarie, le scuole provate per i figli, un servizio di supporto per far trovare lavoro al partner  ruolo dell’azienda è molto complesso. NB. il trasferimento di un manager in un’unità estera è fondamentale ma anche la gestione del suo ritorno è critica. Sistemi retributivi Spesso le iniziative di mobilità internazionale si accompagnano ad aumenti di salario. L’azienda deve guardare il sistema nel suo complesso e far leva eccessivamente sugli aspetti retribuitivi potrebbe creare difficoltà in termini di omogeneità ed equità nei confronti degli altri lavoratori  conflitti interni. Quando l’expat si trasferisce l’azienda deve stabilire se il salario deve essere definito sulla base del contesto di origine e garantirgli le stesse condizioni che avrebbe avuto nel paese di origine, creando disparità rispetto al nuovo contesto in cui la persona si va ad inserire e creando un elemento di diversità maggiore o decidere se allineare lo stipendio con quelli previsti nel nuovo contesto.
  • Equilibrio tra standardizzazione e adattamento , da un lato ci si deve avvicinare ai consumatori locali adattando l’offerta alla domanda locale, dall’altra lato c’è un’esigenza di efficienza produttiva che porta le imprese a standardizzare l’offerta per godere di economie di scala.
  • Equilibrio tra riduzione del rischio tramite diversificazione in nuove aree geografiche e rischio specifico del business nei singoli Paesi, spesso le imprese si espandono per ridurre il rischio del mercato domestico, tuttavia, internazionalizzarsi significa anche accollarsi il rischio degli investimenti specifici nei singoli paesi (specialmente sapendo che le opportunità più interessanti derivano da contesti geografici ad alto rischio. Come misurare l’internazionalizzazione di un’impresa? Come si quantifica l’internazionalizzazione dell’impresa e capire che livello di commitment, conoscenza e relazione ha l’impresa nei mercati esteri? Due direzioni:
  1. Intensità , quanto l’impresa è internazionalizzata, quanto è forte la sua presenza estera, quanto impatta la presenza estera sull’attività generale dell’impresa, quanto impatta la performance estera sulla performance totale sull’attività
  2. Ampiezza (Scope), fa riferimento a capire in quanti contesti geografici l’impresa è presente, quanto è estesa la presenza internazionale. Possono essere usati in combinazione tra loro anche oppure sono alternativi. NB. ci sono misure più complesse che fanno vedere quanto l’internazionalizzazione dell’azienda è lontana rispetto al proprio mercato di origine, la distanza rispetto al continente di appartenenza. Indicatori di intensità:
  3. Quantitativi che misurano matematicamente l’intensità dell’internazionalizzazione.
  • Fatturato realizzato all’estero messo in relazione con il fatturato domestico, per vedere l’impatto (in percentuale) che il fatturato estero ha sul fatturato totale fatturato al l ' estero fatturato totale
  • Valore aggiunto o ( margine operativo ottenuto all’estero) ¿ valore della produzionecosti della produzione valore aggiunto o margine operativo al l ' estero VA o margine operativo totale Da la % di valore aggiunto ottenuto all’estero
  • Numero di dipendenti operanti all’estero /ho assunto in mercati geografici differenti da quello di provenienza  ci da informazione anche sul tipo di internazionalizzazione che l’impresa ha posto in essere. dipendenti all ' estero dipendenti totali Nelle forme più semplici l’impresa non assume nuove risorse nei contesti esteri. Quindi, andare a vedere il numero di dipendenti ci permette di capire quanto è avanzata l’internazionalizzazione. Se l’azienda vende solo tramite intermediari, operatori esterni, agenti che non sono legati da rapporto di dipendenza vuol dire che l’azienda ha una dimensione internazionale ma non ha ancora maturato un commitment elevato in quelle aree geografiche. Il commitment va di pari passo con l’assumere persone, perché assumere persone vuol dire che sono state create sedi in quel contesto e che l’impresa sta iniziando ad insediarsi in un’area geografica con forme più strutturate.
  • Investimenti produttivi realizzati all’estero , che è la forma più avanzata di internazionalizzazione. Vedere se e quanto l’impresa ha investito in item ci permette di capire quanto è avanzato il processo di internazionalizzazione.

investimenti produttivi all ' estero inves. produttivi totali

  1. Qualitativi , si considerano perché spesso tutto quello che è importante rilevare potrebbe non essere rilevabili tramite indicatori numerici.
  • Quanto sono significative le attività estere nella strategia complessiva dell’impresa - Vedere organigramma dell’impresa e vedere se ci sono unità organizzative dedicate o dislocate nei mercati esteri
  • Misura in cui i **_processi produttivi sono organizzati e attuati su scala internazionale
  • Qualità e livello delle conoscenze_** , quante informazioni ha relativamente alle caratteristiche dei mercati esteri
  • Importanza delle relazioni interne ed esterne a livello internazionale nello sviluppo delle risorse e delle competenze dell’impresa. Quale è il network che l’impresa ha conosciuto all’estero e quanto è importante nello sviluppo delle risorse e competenze dell’impresa. Indice di transnazionalità I = aK + bX + cY Dove, 0 < I < 1 Indice che è una misura aggregata degli indicatori visti prima usata per operazionalizzare l’intensità dell’internazionalizzazione. Formato da tre variabili K = rapporto tra immobilizzazione investite nei paesi esteri e il tot. delle immobilizzazioni  vedere se azienda ha sedi, capannoni, macchinari all’estero e vediamo quale è l’incidenza sul totale. X = rapporto tra risorse umane, dipendenti nelle sedi estere sul totale occupati; Y = rapporto tra il valore aggiunto realizzato all’estero e quello totale Si inserisce un parametro di ponderazione, compreso tra 0 e 1, che indica l’importanza di quella specifica variabile per l’impresa. Potrebbero anche tenere conto di una specifica industry, cioè si va a vedere quanto sono rilevanti queste tre variabili nel settore e quanto ci possono dire sull’internazionalizzazione. Es. misurare l’internazionalizzazione di un’impresa di servizi con basse immobilizzazioni e alla variabile k si attribuisce un valore basso perché la misura della variabile k è poco indicative dell’internazionalizzazione di quell’impresa. Imprese born global Sono imprese che hanno rappresentato una rivoluzione copernicana nel modo in cui si era studiata l’internazionalizzazione delle imprese. È un modello di impresa che va a cambiare i paradigmi di cui si è parlato, ad esempio progressiva acquisizione di conoscenza, di relazioni, di commitment... Tutto questo cade di fronte al fenomeno delle born global. Iniziare l’azienda pensando in grande globalmente , queste aziende non ripercorrono i percorsi di crescita tradizionale, ma fin dalla fondazione decidono di salire sul palcoscenico globale. Anni Novanta definite come: a. Imprese di piccole dimensioni, b. Con forte orientamento tecnologico grazie al quale riescono ad operare a livello internazionale sin dall’inizio dell’attività. c. Con l’ambizione di rivolgersi a clienti di tutto il mondo e ottenere un vantaggio competitivo utilizzando risorse e vendendo in molteplici paesi  cambiamento di paradigma nel modo in cui aziende crescono e competono a livello internazionale.

 Business nato con collezioni off-season, lusso a prezzi accessibili.  Solo Internet, B2C sito fin dal primo giorno in italiano e inglese  Luxury online: un mercato in forte crescita § Eccellenza nel CRM 24/7 shopping assistance (attenzione alla lingua del cliente, grande attenzione alla logistica, al packaging e alla consegna Fondata da Federico Marchetti nel 2000, «ho sempre desiderato fare l’imprenditore» e «cercavo un’idea per mettere insieme il web e Luxury fashion” Gli inizi: il team manageriale era composto da persone molto giovani (età media 25 anni) con forti radici italiane ma una composizione internazionale facilitando la possibilità di servire clienti internazionali. Il processo di internazionalizzazione Yoox ha avviato il processo di internazionalizzazione fin dall’inizio. Per quanto riguarda l’ambito si è inizialmente rivolto al mercato internazionale con alcuni paesi europei e successivamente ha sviluppato l’impresa in una società globale. Le aree di mercato estero più importanti sono Stati Uniti e l’Europa, seguiti dal Giappone. È attiva in più di 100 paesi. Le vendite estere rappresentano il 65% delle vendite totali entro 2 anni dalla fondazione dell’azienda e sono arrivate all’80% nel 2011  impresa born global. La diversità dei paesi è estremamente elevata, comprendendo mercati internazionali principali, come Giappone e Cina, che sono culturalmente distanti. È entrata nei mercati vicini e lontani con filiali indipendenti e piattaforme logistiche. La velocità di internazionalizzazione era inizialmente più bassa rispetto agli ultimi anni e sembra ancora essere in accelerazione. Con il lancio della linea monomarca, YOOX ha intensificato la sua presenza di mercato in quasi tutte le principali aree di mercato. LEZIONE 16/ LE SPINTE ALL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELL’IMPRESA Queste spinte si legano alla possibilità di costruire un vantaggio competitivo all’estero. Quando si parla di spinte c’è combinazione tra fattori di natura interna all’impresa e fattori di natura esterna (legati all’ambiente esterno). NB. L’elaborazione della strategia è il frutto di fattori scatenanti che provengono da ambiente interno e esterno all’impresa. Le spinte interne sono fattori che attengono alla mission, alle strategie da adottare per realizzare gli obiettivi, spinte che derivano dalla dimensione aziendale e dalla struttura organizzativa. Le spinte esterne sono gli stimoli provenienti dai concorrenti, clienti, stakeholders, istituzioni. Principali cause interne ( fattori firm specific ) che spingono l’impresa ad andare all’estero e espandersi:

  1. Disponibilità di risorse distintive (tangibili, intangibili e umane) dell’azienda che possono generare vantaggio competitivo sfruttabile nel mercato d’origine e all’estero  il vantaggio competitivo può essere replicato in n contesti geografici.
  2. Colmare determinati fattori di svantaggio che può essere ad esempio trovare contesti esteri dove diversificare il rischio legato alla normativa, oppure situazione in cui il mercato domestico è saturo e bisogna cercare nuovi contesti.
  3. Migliore accesso a risorse distintive che nel mercato di origine non sono presenti o non sono presenti in maniera sufficiente (quindi disponibili anche nel mercato d’origine ma disponibili, ad esempio, a costi minori). Es. Ferrero se non avesse assunto assetto internazionale e sii fosse basato solo su raccolta di nocciole in Italia non avrebbe avuto successo. Ferrero ha la volontà di espandersi ma anche di garantirsi migliore accesso a risorsa critica per l’azienda.
  4. Rafforzamento di immagine e reputazione, un’impresa presente in molti paesi viene percepita come più affidabile dai consumatori;
  5. Possibilità di avere una relazione più diretta con nuovi clienti, a seconda poi delle modalità di entrata nel nuovo mercato si potrà ottenere una relazione tanto più diretta e immediata con i nuovi clienti
  6. Ridurre costi , l’internazionalizzazione ci consente di ottenere vantaggi di costo e sfruttare benefici fiscali
  7. Grado di esperienza maturato , a mano a mano che l’azienda matura esperienza viene naturalmente spinta verso maggiore internazionalizzazione per sfruttare l’esperienza (nuovi mercati geografici e forme più complesse di internazionalizzazione).

Cause esterne che attivano l’espansione estera:

  1. Internazionalizzazione del mercato e della filiera produttiva. L’esistenza di una domanda potenziale per il prodotto, per l’offerta in mercati esteri è uno stimolo ad uscire dai confini e investire soldi e energie per conquistare i mercati.
  2. L’espansione internazionale dei principali clienti dell’impresa, il comportamento dei clienti è un trigger all’internazionalizzazione, soprattutto in determinate tipologie di business. Questo per le aziende che operano come fornitori o subfornitori di altre grandi aziende. Se il mio cliente si espande all’estero e voglio continuare a garantirgli la mia commessa, devo espandermi anche io in nuovi contesti geografici, piuttosto che rinunciare al cliente; per questo l’internazionalizzazione di un cliente può fare da traino a quella dell’impresa. Es. azienda che fornisce bottiglie di vetro per Mutti. Quando Mutti decide di vendere i propri prodotti o di produrli in est Europa, il fornitore può internazionalizzarsi e seguire il cliente all’estero o perdere l’opportunità e far si che Mutti scelga un nuovo fornitore di vetro in Est Europa.
  3. La reazione a comportamenti competitivi di altre imprese (concorrenza), in che modo i concorrenti ci spingono all’internazionalizzazione. Effetto di trascinamento : quando un concorrente si internazionalizza si è automaticamente incentivati a comprendere le opportunità che ci possono essere all’estero e valutare la possibilità di coglierle per non rimanere indietro rispetto ai competitors ed evitare che guadagnino vantaggio eccessivo. Questa dinamica può avvenire anche tramite un meccanismo che si chiama scambio di minaccia , che avviene quando un’impresa estera entra nel mercato di origine e come risposta competitiva si entra nel mercato di origine dell’impresa estera. In questo modo, si evita sbilanciamento delle posizioni competitive. 4. Azione di soggetti pubblici o privati a favore dell’internazionalizzazione delle imprese, molti soggetti pubblici o privati che cercano si sostenere l’internazionalizzazione delle imprese del territorio rimuovendo ostacoli che le aziende potrebbero percepire o supportandole attivamente attraverso strumenti di finanziamento o assicurativi.
  4. Presentarsi di significative opportunità commerciali , l’internazionalizzazione avviene per coincidenza, perché si presentano opportunità commerciali. L’impresa non fa uno studio di mercato, non ha deciso di entrare ma si è presentata un’opportunità e la ha colta. L’opportunità può nascere e morire con una singola commessa oppure potrebbe essere un primo contatto dell’azienda con il mercato estero e quindi potrebbe essere l’inizio per poi effettuare un investimento per creare una presenza più di lungo periodo. Internazionalizzazione e vantaggio competitivo Come le aziende possono generare vantaggio competitivo tramite strategia di internazionalizzazione Vantaggio competitivo : nella mente del consumatore si traduce nella volontà di scegliere un’azienda piuttosto che un’altra. Consente all’azienda di generare una redditività superiore rispetto ai competitor. Le persone scelgono un brand piuttosto che un altro perché un prodotto costa meno o perché offre qualcosa di unico. Dietro a questa percezione del consumatore ci sono scelte strategiche dell’azienda : ottenere leadership di costo per praticare prezzi più bassi al mercato e utilizzare questa leva per conquistare quote di mercato o volontà dell’azienda di differenziarsi nel mercato e essere riconosciuto come portatore di vantaggi unici e offerta che presenta caratteristiche così differenti che i consumatori sono disposti a pagare di più. Es. Walmart è esempio di leadership di costo. Attraverso leve che generano efficienza riescono a ottenere leadership di costo e praticare prezzi bassi.

Case Study 1: Play Safe at Home or Take a Risk abroad Case Study 2: Ufficio commerciale del Nord Dakota: consulenza ad un produttore di pasta Quando si parla di internazionalizzazione si deve vedere l’esperienza pregressa che l’impresa ha all’estero per cogliere o meno le opportunità all’estero. Altrimenti, si ottengono risultati fuorvianti (bias). Ostacolo principale: rischio percepito. L’internalizzazione tipicamente è un’opzione vista come più rischiosa rispetto, ad esempio, ad ampliare il portafoglio prodotti o aumentare il numero di punti di vendita. Invece, il rischio percepito è un bias cognitivo che deve essere eliminato perché il concetto di play safe at home è un concetto che, nella pratica manageriale, non esiste più perché i fattori protettivi (rappresentati dai confini naturali del territorio) non esistono perché il mercato d’origine è aggredibile dai competitor esterni, così come noi possiamo aggredire quelli dei competitor. Inoltre, non è solo un tema di potenziali entranti nel mercato ma c’è tema di eccessiva concentrazione degli investimenti in un unico mercato e quindi escludere la possibilità di diversificare il rischio in aree geografiche differenti.  L’internazionalizzazione è una forma di riduzione del rischio tramite la diversificazione. Una spinta o un ostacolo è la distanza culturale : l’insieme delle differenze culturali, valori, norme, costumi tra due paesi. La distanza culturale tra paese d’origine e paese target è un aspetto complesso e crea sfide potenziali, bisogna valutare le abitudini di acquisto e di consumo nella domanda. Le informazioni che ci servono quando si ragiona su possibilità di espansione estera :

  • Mercato , es. livello di distanza culturale (molto diversa da distanza geografica).
  • Concorrenza , competitors
  • Framework normativo , nel momento in cui un driver di scelta è dato dalla possibilità di attuare o meno il modello di business (perché potrebbero crearsi ad esempio problematiche etiche) si ha l’obbligo di capire se la normativa locale pone vincoli o no (e capire se ci sono elementi che possono far pensare ad un’evoluzione o cambiamento della normativa)
  • Adattamento del prodotto , è fondamentale conoscere il mercato per fare proposte concrete che consentano di stimare i costi dell’entrata. Un conto è entrare nel mercato standardizzare l’offerta , cioè replicare l’offerta che si ha nel mercato locale anche nel mercato target. Un altro conto è fare adattamenti , che possono essere superficiali (come nel packaging, ad esempio, per rispettare normative legali in termini di etichettature, gusto, tipologia di materiale...);
  • Abbattimento dei costi , quando si parla di bassi costi si devono tenere in considerazione i costi sommersi che non si vedono immediatamente che rendono poi il vantaggio di costo meno vantaggioso, es. risorse umane che costano poco potrebbero essere meno qualificate. Quindi, ci sono costi da investire nella formazione e il vantaggio di costi non è così significativo. Inoltre, in paesi meno avanzati ci potrebbero essere costi legati alla corruzione, a infrastrutture decadenti, a sistema logistico non efficiente... Nell’individuare in quale paese internazionalizzarsi, bisogna fare considerazioni su accessibilità e attrattività. Attrattività : stimare la domanda potenziale, capire quante persone sono interessate all’offerta e capire il grado di compatibilità tra domanda e prodotti o servizi. Fare considerazioni sull’accessibilità, perché il mercato può anche essere molto attrattivo ma poco accessibile. Accessibilità : fa comprendere la misura in cui siamo in grado di accedere al mercato. è una variabile funzione di alcuni fattori: concorrenza, barriere naturali e artificiali che possono limitare entrata dell’azienda in area

LEZIONE 22/

IL RUOLO DELLA DISTANZA CULTURALE

Selezionare il mercato sulla base del gap che esiste fra mercati di origine e mercati target e poi capire come colmare il gap con il marketing. La cultura influenza la comunicazione, sia dal punto di vista verbale (es. traduzione) che non verbale (es. sguardo, gestualità, postura).

- Accessibilità +

Attrattività

-

Dimensioni ci permettono di avere tratti all’interno di una cultura e permettono di delineare profilo chiaro della distanza culturale tra due paesi. Definizione di cultura La cultura è un sistema di valori e norme condivise da un gruppo di persone e che considerate nel loro complesso forniscono alle persone un modello di vita (Hofstede, Namenwirth). Le componenti della cultura Valori sono concetti ampi e riguardano le convinzioni riferite a ciò che un gruppo ritiene giusto o desiderabile. Includono gli atteggiamenti di una società verso temi come libertà di individui, onestà, ruolo della donna, giustizia... Norme : regole sociali che governano le azioni reciproche delle persone. Si suddividono in usi e costumi. Usi sono delle convenzioni abituali della vita quotidiana, ad esempio presentarsi ad un matrimonio con tuta da ginnastica è violare un uso: quello del vestirsi eleganti; le buone maniere... Definiscono come ci si aspetta che le persone si comportino e la loro violazione comporta l’essere giudicati eccentrici o maleducati. Includono i rituali, es. popolazione giapponese saluta con un inchino. I costumi sono simili agli usi ma hanno impatto sulla società maggiore e sono reputati fondamentali per il funzionamento di una collettività. Hanno un maggior valore ed alcuni sono sanciti in forma di legge. La loro violazione può portare a delle conseguenze maggiori, es. divieto di furto, di adulterio... Es. attitudine nei confronti del tempo. Gli occidentali hanno rapporto stretto con il tempo. Arrivare in ritardo è maleducazione. È frutto degli usi della nostra cultura. In America latina o paesi arabi l’approccio è diverso. Nei paesi arabi è normale arrivare in ritardo o impiegare del tempo a parlare di cose superflue, rientra nella gestione più rilassata e distesa nel tempo. Es. di costumi, ovvero elementi che caratterizzano cultura e che hanno riscontro maggiore nella società. Il consumo di alcol, ci sono differenze tra i diversi contesti geografici. In paesi arabi è vietato il consumo di alcol e punito dalla legge. La CULTURA nel linguaggio non verbale: Le diverse culture comunicano anche attraverso il linguaggio non parlato quando ci si relaziona con consumatori di cultura diversa si può creare un fraintendimento di comprensione tra chi emette e chi riceve il messaggio, anche a causa del linguaggio non verbale. Es. Una campagna pubblicitaria può avere un linguaggio verbale e non verbale, ad esempio il pollice alzato in occidente ha un’accezione affermativa, nei paesi orientali ha un’accezione negativa, con connotazione sessuale.  bisogna stare attenti ai diversi significati che hanno i gesti nelle diverse culture perché si potrebbe lanciare un messaggio non verbale opposto all’idea di comunicazione iniziale. La cultura è un aspetto dinamico , non è costante ma evolve nel tempo; quindi, quando si deve comprendere e conoscere la cultura di una certa area geografica bisogna anche tenere conto della sua dinamicità ed evoluzione. es. minigonna. È qualcosa che evolve continuamente LEZIONE 23/ La domanda nei mercati esteri Fattori su cui le differenze culturali incidono. Alcuni di questi fattori influenzano la scelta del mercato obiettivo e altri le scelte operative. A causa delle differenze culturali possono cambiare:

  • Dimensione e caratteristiche dei diversi segmenti della domanda , es. differenti modi di vivere l’alimentazione, la dieta in termini di quantità di carne o la diffusione dell’approccio vegetariano può cambiare la dimensione del mercato
  • I benefici che i consumatori ricercano nei prodotti (e di conseguenza negli attributi di prodotto prioritariamente considerato), in altre culture si privilegia aspetto funzionale dell’offerta, in altre culture si privilegia lo status sociali dei prodotti
  • I sacrifici disposti a sopportare per ottenere i benefici , si parla di willingness to pay , ovvero quanto le persone sono in grado (affordability) e disposte a pagare per l’offerta. L’a ffordabili ty (e quindi willingness to pay) cambia molto da paese a paese. Es. Mark e Spancer è azienda inglese che si colloca nella fascia di prezzo affordability. Quando l’impresa ha aperto punti vendita in Cina, ha sofferto per vari motivi in questo mercato. uno dei motivi è il fatto che il concetto di affordability non reggeva, perché era rivolto a fascia media del mercato che non era presente in Cina. Gli stipendi medi erano diversi in Cina e UK e quello che era affordable in UK non lo era in Cina. Si entrava in una fascia di mercato più alto in cui l’azienda soffriva la concorrenza di brand più rinomati e qualificati  non poteva competere nel low cost, perché i prezzi non lo consentivano, e neanche a livello più alto perché i consumatori preferivano le loro preferenze su altre aziende. Quando si parla di sacrifici si intende anche il tempo per cui le persone sono disposte ad aspettare per ottenere l’offerta. Il tempo cambia molto in base all’offerta. Es. sono disposto ad accettare 5 anni per acquisto della Birkin e non più di due ore per le consegne dal mercato. I sacrifici cambiano anche in base al territorio di origine (orientamento al lungo e breve termine della cultura: dimensioni di Hoefstede).
  • Tipologie di soggetti che partecipano al processo di acquisto , questo incide sulle scelte dell’azienda. Non sempre il beneficiario dell’offerta è chi partecipa al processo di acquisto. Es. azienda che produce giocattoli deve ottenere preferenza dal segmento dei bambini ma anche genitori. Es. a livello internazionale, una famiglia che decide di acquistare lavatrice nuova, in Italia e EU questo acquisto è spesso fatto dalle donne. In india non è cos’ e gli elettrodomestici sono decisi dall’uomo  nel momento in cui si indirizzano campagne di marketing bisogna pensare a chi è il soggetto che effettuerà la decisione
  • Le condizioni entro cui avviene l’acquisto , lo stesso prodotto può essere acquistato in punti vendita e contesti differenti, sia per la tipologia del punto di vendita ma anche in situazioni al di fuori del concetto tradizionale del punto vendita. es. Unilever ha lanciato un’iniziativa di responsabilità sociale che rispondeva anche a logiche strategiche precise. Nel distribuire i propri prodotti per l’igiene personale si è reso conto che aveva difficoltà a fare arrivare i prodotti nelle province. Hanno intravisto opportunità: aiutare la popolazione e fare progetto a livello sociale e far si che i prodotti venissero distribuiti nelle campagne. Potevano fare empowerment delle figure femminili nelle abitazioni e proporre alle donne (casalinghe senza entrate autonome) di aprire come loro piccolo negozio all’interno dell’abitazione e vendere i prodotti di Unilever. Hanno migliorato le condizioni delle persone dal punto di vista economico e psicologico e hanno trovato soluzione non convenzionale per distribuire i prodotti. Es. vino. La cultura del vino incide sulle abitudini di acquisto e consumo degli italiani. Il vino prevede uno specifico rituale ed attenzione, si pone cura ad abbonare il vino con il cibo, utilizzare calici diversi per valorizzare le qualità del vino. In Cina, questo modo di vivere il consumo del vino è italiano, non trova riscontro in altri paesi. Il vino viene messo insieme a tavola ad altre bevande, non ha un valore particolare ma è una bevanda come un’altra. Nelle case il vino ha valore basso e viene consumato senza attenzioni, cure e rituali. Focus case: Walmart Caso che fa ragionare sulla facilità di replicare o meno un vantaggio competitivo in un mercato estero e fa riflettere su dimensioni di attrattività e accessibilità e fa ragionare su investimenti diretti. Walmart è al primo posto tra le più grandi aziende per il fatturato. Azienda familiare e presente in circa 30 paesi in tutto il mondo. Fonda il vantaggio competitivo su una strategia di leadership di costo (motto: applicare ogni giorno un prezzo più basso possibile è la pietra miliare della loro strategia). Come riescono ad ottenere vantaggio di costo per cui i prezzi sono molto competitivi?
  • Economie di scala attraverso punti vendita di grandi dimensioni;
  • Grandi volumi di acquisto sui fornitori (così da ottenere migliori condizioni possibili e forte potere negoziale),
  • Abbattimento dei costi grazie all’utilizzo della tecnologia, soprattutto in ambito logistico (per ridurre gli sprechi e lavorare in massima efficienza per la gestione del magazzino, dell’inventario, per gli spostamenti),
  • Costo del personale/del lavoro basso, riesce ad offrire salari bassi e si basa su turni di lavoro ampi Dopo essere cresciuta nel mercato domestico ha valutato opportunità di crescita all’estero. Motivazione: ritenere di poter replicare e tradurre il proprio vantaggio competitivo ed esportare il modello di business in altri contesti geografici. L’azienda ha effettuato molti investimenti all’estero, soprattutto in America, in Asia e in Europa (UK) e decide di entrare nel mercato tedesco. Motivazioni per selezionare la Germania sono basate sull’attrattività del mercato e fare

Fa vedere gli step principali in una strategia internazionale. La strategia deriva dallo studio dell’ambiente interno (all’organizzazione) ed esterno (in questo caso è ambiente internazionale). Considerare la strategia complessiva dell’azienda. Step di strategia di entrata internazionale:

  1. La tipologia di attività svolta nell’area geografica estera.
  2. Selezione del mercato , individuare il mercato obiettivo. Si chiama:
    • Market selection quando è effettuata dal punto di vista commerciale (vendere in un nuovo mercato).
    • Location choice quando devo fare un IDE (investimento diretto estero) o FDI. È la decisione relativa al dove internazionalizzarsi
  3. Capire come entrare nel mercato , attraverso quale modalità di ingresso si decide di accedere. Entry mode è una decisione cruciale e ha impatto fortissimo sulla performance internazionale dell’azienda. 4. Scelte di natura operativa , vedere il marketing mix in termini di strategie di prodotto, di prezzo, strategie distributive e comunicative. Dietro a queste scelte c’è una scelta di posizionamento (non è detto che sia lo stesso fra mercato di origine e mercato finale) e il coinvolgimento di attori esterni Le decisioni circa la strategia di entrata condizionano tre importanti aspetti del processo di internazionalizzazione, cioè scegliere modalità di entrata diverse vuol dire avere:  diversa intensità delle relazioni con gli attor i locali del contesto estero (clienti e altri soggetti);  diverso grado di controllo sulle variabili competitive nel mercato estero (es. diverso controllo sulle leve per poter competere, sulla situazione concorrenziale, ecc.);  diverso grado di appropriabilità dei risultati economici e strategici delle operazioni estere. MODALITÀ DI ENTRATA ALL’ESTERO

Schema che classifica le modalità di entrata in due categorie:

  • Natura equity dell’investimento , attiene al modo in cui investimento viene remunerato. Viene creata una nuova società, l’impresa investe come soggetto proprietario della società (owner) e il ricavato dell’investimento è dato dal profitto della società. Si partecipa con capitale di rischio nel nuovo paese. NB. se è una sede, una filiale senza autonomia giuridica non è un investimento equity. L’investimento equity è quando si va a creare una nuova scatola societaria in una sede estera. Si tratta di fare un investimento di lungo periodo, se si crea società all’estero si vuole rimanere in quel contesto geografico per un certo numero di anni. Investire nell’assetto proprietario di una società, si acquisisce una società all’estero (si diventa proprietario, azionista). Si può acquisire una società esistente o crearne una nuova.
  • Natura non equity (o operativa) d ell’investimento , il rientro dell’investimento non è dato dal profitto della società ma è stabilito o dal contratto (nel caso di accordi contrattuali con soggetto terzo) o dalle vendite che si effettuano nel mercato estero (nel caso dell’export). La differenza tra equity e non equity cambia dal punto di vista dell’investimento che si effettua e dalla capacità di penetrare il mercato estero. Inoltre, incide dal punto di vista delle relazioni che l’azienda riesce a creare. La rete esterna che l’azienda riesce a creare all’estero è tanto più forte quanto più l’azienda ha presenza strutturata. NB. la strategia di entrata è in evoluzione, non una scelta statica. Spesso si entra con una modalità di entrata semplice per testare il mercato e nel momento in cui il mercato si rivela rilevante e significativo si decide di far evolvere la presenza e il commitment e si modifica la modalità di presenza. Il commitment si vede anche dalla tipologia di presenza all’estero. Un conto è essere presente con export, un conto è essere presenti tramite sussidiaria dell’impresa  c’è un commitment diverso. Le due categorie si possono suddividere a loro volta in modalità cooperativa e non cooperativa , a seconda del caso in cui l’investimento venga effettuato attraverso la collaborazione con un altro soggetto o in maniera autonoma. Modalità non equity